Nuovo decreto Covid: stop agli spostamenti tra regioni fino al 27 marzo

Giro di vite sulle zone rosse: vietate le visite in abitazioni private e gli spostamenti verso seconde case

proroga divieto spostamenti tra regioni

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Roma, 22 febbraio 2021 - Il Consiglio dei ministri ha approvato stamani il decreto legge Covid. Il provvedimento prevede, tra l'altro, la proroga del divieto di spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo. Il decreto vieta lo spostamento tra regioni se non per motivi di necessità e lavoro. Tra le novità del nuovo testo, la limitazione delle visite nelle case private in zona rossa: non varrà più la regola dello spostamento concesso una volta al giorno, tra le 5 e le 22, a due adulti con figli minori di 14 anni. Spostamenti che saranno invece ancora consentiti nelle zone gialle e arancioni. Secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, il decreto introduce anche il divieto di trasferirsi nelle seconde case in zona rossa. Lo stop fino al 27 marzo dovrebbe così salvare la Pasqua.

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La proroga al blocco degli spostamenti interregionali decisa oggi dal Consiglio dei Ministri trova il consenso delle regioni ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che ha aggiunto: ''Ora però c'è l'esigenza di due incontri urgenti fra il Governo e le Regioni. Il primo a brevissimo termine sui contenuti che dovrà avere il prossimo Dpcm per il contenimento dell'emergenza Covid-19. Il secondo - per il quale comunque i tempi stanno stringendo - dovrà riguardare il lavoro di squadra che Governo e Regioni dovranno portare avanti per un efficace utilizzo delle risorse che saranno previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)''. '

Bonaccini ha ricordato come già ieri siano stati inviati al Governo le prime proposte approvate all'unanimità, "al di là delle identità politiche e territoriali. Un fatto certamente non scontato e anche per questo aspetto mi auguro che il documento sia attentamente valutato da parte del Governo - ha sottolineato Bonaccini -. Credo che tutte le istituzioni avvertano l'urgenza di un cambio di passo per quel che riguarda il piano vaccini, anche in considerazione dell'alta potenzialità delle Regioni di imprimere un'ulteriore accelerazione della campagna vaccinale che oggi ha un'arma in più grazie all'accordo che abbiamo sottoscritto con i medici di medicina generale". Tra le richieste avanzate al Governo anche quella di un'attenta valutazione della possibilità di utilizzare la filiera farmaceutica e gli stabilimenti produttivi esistenti.

Altro nodo da sciogliere nel prossimo Dpcm, secondo Bonaccini, è quello di "una rapida e comune riflessione sia su indici, criteri e parametri, così come occorre una rivisitazione delle categorie e delle attività rispetto alle stesse condizioni restrittive. Va razionalizzata anche la comunicazione delle decisioni assunte facendo in modo che ogni determinazione sia annunciata con congruo anticipo per non disorientare i cittadini, per non alimentare un clima di incertezza e per permettere le conseguenti scelte organizzative alle categorie interessate. Ma soprattutto occorre poi che la politica per i ristori realizzi i propri interventi in modo contestuale rispetto ad ogni decisione restrittiva'' ed ''è importante che dispieghi i suoi effetti indipendentemente dalla natura dell'ordinanza, sia essa ministeriale o sia essa regionale''. 

Sil fronte della  riapertura di cinema e teatri resta in prima linea il ministro della Cultura Dario  Franceschini, che punta a fare dell'Italia il primo paese in Europa a riaprire le sale. Mentre Matteo Salvini stamane ha messo in chiaro i suoi desiderata: "C'è bisogno di un ritorno alla vita, con serenità, prudenza e attenzione. Serve trovare delle soluzioni per ripartire. Il virus con le varianti è cambiato, zone arancioni e rosse nazionali non hanno senso, si deve intervenire puntualmente a livello comunale o provinciale, senza  penalizzare 60 milioni di italiani".