Milano, 5 maggio 2025 – Il problema delle liste d’attesa è uno dei fronti caldi della sanità in Lombardia. Per arginare questo problema è nato un protocollo d’intesa tra Regione e Nas. Ma a cosa servirà? Qual è l’obiettivo del progetto? A chiarirlo è lo stesso governatore Attilio Fontana che ha sottolineato il fatto che la Lombardia è la pioniera di un simile protocollo con i carabinieri del Nas, che hanno “messo a disposizione le loro competenze". Con quale scopo? "Cercare di capire quali siano le ragioni per cui noi continuiamo ad aumentare l'offerta e l'erogazione di prestazioni, stiamo mettendo un impegno disumano, ma nonostante ciò le liste d'attesa non si abbattono, anzi rischiano di aumentare. Dobbiamo cercare di capire se alla base - ha aggiunto - ci sia una cittadinanza molto malata o una cittadinanza per la quale vengono fatte magari delle richieste inappropriate o eccessive"" ha spiegato senza giri di parole il numero uno di Palazzo Lombardia.

Come funzionerà il protocollo d’intesa Nas-Regione Lombardia
La collaborazione operativa riguarderà il controllo e il monitoraggio dei tempi d'attesa nelle strutture sanitarie pubbliche e private. "Faccio solo un numero - ha spiegato durante l'incontro stampa -. Lo scorso anno l'Ats di Milano, la cui area è abitata da circa 3,2 milioni di persone ha erogato 62 milioni di prestazioni ambulatoriali. Qualche dubbio ce lo dobbiamo far venire, perché altrimenti rischiamo di iniziare a cadere in un burrone senza trovare una soluzione. Io credo che questo sia uno dei punti e non escludo che possano esserci altri ragionamenti che i Nas faranno per nostre disfunzioni, per nostri errori o incapacità".

Fontana: dobbiamo trovare soluzioni e dare risposte ai cittadini
"L'obiettivo che abbiamo - ha continuato il governatore - è di trovare le soluzioni perché le risposte siano sempre migliori nei confronti dei nostri cittadini. Quindi io non escludo che ci siano errori da una parte e dall'altra. Noi i nostri errori li emenderemo appena venissero contestati e altrettanto credo faranno altri se verranno evidenziati altri errori". Errori, ha aggiunto a margine dell'evento a Palazzo Lombardia, "che possono derivare da una questione di agende che non vengono utilizzate nel modo più corretto e non vengono lasciate aperte come dovrebbero essere sempre o da altre situazioni. Noi stiamo facendo uno sforzo sovrumano. Lo diciamo con i fatti e i numeri delle prestazioni che eroghiamo, quindi vogliamo che ci sia un organismo terzo che individui i motivi di questa situazione assolutamente anomala, nonostante il grande impegno. Siamo contenti di questa esperienza. Verrà seguita sicuramente da altri perché sarà il modo giusto di affrontare il problema".

Bertolaso: nessuna polemica con Governo su sanità
"Abbiamo voluto questo protocollo d'intesa perché l'intenzione è collaborare sulla verifica di cosa non funziona sulle liste d'attesa e capire come possiamo intervenire per individuare le soluzioni per garantire un servizio migliore possibile ai nostri cittadini, al di là dei problemi di natura economica e organizzativa dei quali ci stiamo occupando e che stiamo risolvendo. Nell'arco di questi primi mesi 2025 abbiamo sensibilmente migliorato le attività di erogazione dei servizi, sia per visite specialistiche che ricoveri. C'è ancora molto da fare, ma il punto che voglio sottolineare, in questi giorni in cui si è letto di polemiche e di contrasti tra Governo centrale e Regioni sul discorso delle liste d'attesa, è che sono tutte situazioni che non ci appartengono e non ci riguardano" ha puntualizzato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso.
"Stiamo firmando questo accordo con il nucleo dei carabinieri che dipende direttamente dal ministro della Salute perché non abbiamo timore e non vogliamo nascondere alcunché, vogliamo lavorare insieme agli organi centrali, al ministero della sanità e all'autorità che ha responsabilità di fare verifiche e controllare. È un un gioco di squadra. Si parla di controllare le modalità di gestione ed erogazione dei servizi, le prestazioni che il nostro personale medico deve svolgere negli ospedali e all'esterno, e quelli che sono i criteri di appropriatezza delle prescrizioni, uno dei più importanti problemi, se non il principale, quando ragioniamo di tempi di attesa. Con i Nas lavoreremo assieme per migliorare i problemi che i nostri cittadini stanno ancora vivendo".

Pd: la Giunta non sa più che pesci pigliare
“È incredibile, fino a ieri dicevano di avere fatto tutto bene, che pure il governo aveva copiato la Lombardia nel suo decreto per combattere le liste d’attesa, e ora chiamano in causa addirittura i carabinieri per verificare chi stia facendo il furbo. Con questo protocollo Fontana ammette che in Giunta non sanno che pesci pigliare e che i tempi di attesa sono in peggioramento. La soluzione è che i carabinieri verifichino nei reparti degli ospedali se le agende sono aperte e dai medici di medicina generale se fanno prescrizioni in eccesso. È una incredibile ammissione di debolezza, di incapacità di controllare il sistema sanitario lombardo, e un’accusa all’assessore Bertolaso di non avere raggiunto i risultati attesi, gettando inoltre un’ombra generalizzata sul personale sanitario che certamente non può essere considerato responsabile di una situazione che fa capo a chi governa la Regione da trent’anni”. Lo dichiarano per il Partito Democratico in Consiglio regionale della Lombardia il capogruppo Pierfrancesco Majorino e il capodelegazione in commissione sanità Carlo Borghetti dopo la sottoscrizione, oggi a Palazzo Lombardia, di un protocollo d’intesa tra la Regione e il comando dei Carabinieri per la tutela della salute per le attività di controllo finalizzate al contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie in Lombardia.
M5S: unica soluzione è l’agenda unica di prenotazione
Critico pure M5S. "Siamo alla farsa. Dopo anni di annunci, conferenze stampa, roboanti dichiarazioni il presidente Fontana e l’assessore Bertolaso chiedono aiuto ai Carabinieri per risolvere il caso delle infinite liste d’attesa della sanità lombarda. Arrivando addirittura a sostenere che la colpa possa essere dei cittadini troppo malati o dei medici che prescrivono troppi esami. Di fronte a questo palese stato di confusione e difficoltà al presidente, all’assessore e a tutto il centrodestra non possiamo che ripetere ciò che ripetiamo da anni: per smaltire le liste d’attesa serve l’agenda unica regionale ed una sanità territoriale che intercetti in modo adeguato le necessità dei cittadini. Se davvero Fontana e Bertolaso hanno cuore il problema, si impegnino a realizzare quanto promesso ormai anni fa, ovvero l’agenda unica di prenotazione, obbligando il privato convenzionato a condividere le proprie agende con quelle pubbliche” ha detto Nicola Di Marco, capogruppo M5s in Consiglio regionale.