
Il parroco don Carluccio Rossetti e Vittorio Vaccari dell’associazione “Il Bel San Michele“
La basilica di San Michele come non l’avete mai vista. Ma come forse l’aveva vista Fernand de Dartein, architetto francese che tra il 1860 e il 1864 fu il primo direttore dei lavori di restauro della chiesa che ha ospitato l’incoronazione di Federico Barbarossa. Durante il suo soggiorno in Lombardia l’architetto ha lasciato informazioni preziose, riprendendo con precisione tecnica ed espressione grafica i bassorilievi di tutte le chiese romaniche della città.
"Grazie a questo lavoro – spiega il presidente dell’associazione Il bel San Michele, Vittorio Vaccari – possiamo constatare che nella seconda metà del 1800 il degrado della facciata era basso". Sulla base dei disegni dell’architetto francese e con l’utilizzo della tecnologia è stata ricostruita l’intera facciata della chiesa. "Anche nel 1960 – aggiunge Vaccari con molto rammarico – la facciata di San Michele riportava bassorilievi, ora è quasi piatta. Eppure rappresenta un unicum mondiale. L’abbiamo confrontata con edifici religiosi in Armenia, Georgia, Russia e Iraq: nessuno racconta la vita dell’essere umano come accadeva a San Michele". Alcuni esperti sono stati interpellati per “leggere“ la facciata. "Abbiamo realizzato una gigantografia e riportato il disegno di de Dartein inserendo sotto che cosa rappresenta. Ora il lavoro di ricerca andrà avanti per capire e immaginare che cosa volesse comunicare la facciata".
I disegni dell’architetto francese sono diventati immagini su pannelli realizzati in 3D, che ora si trovano esposti in chiesa. Il più grande raffigura San Giorgio e il drago, bassorilievo di 130x6 centimetri. "Già nel 1860 il volto del cavaliere non era visibile, ora si può vedere come il degrado sia andato avanti. Con l’aiuto dell’Università speriamo entro l’anno di avere un modellino virtuale diviso in sezioni da utilizzare per diversi progetti".
M.M.