
La provincia di Pavia era stata la prima in Lombardia nella quale erano stati. riscontrati casi di peste suina africana con. focolai dal 2023
Tolte agli allevamenti suinicoli lombardi e piemontesi di Lodi, Pavia e Novara le restrizioni introdotte per contrastare la peste suina. La decisione è stata presa dalla Commissione Ue su sollecitazione dell’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi e del commissario straordinario Giovanni Filippini. Nel dettaglio, la zona ‘3’, quella con restrizioni totali, viene completamente rimossa: 109 Comuni vengono classificati in zona ‘2’, 57 in zona ‘1’, mentre 72 comuni precedentemente inclusi nelle zone di restrizione passano a territorio libero.
"Il ritorno all’operatività degli allevamenti suinicoli lombardi e piemontesi è la dimostrazione che il lavoro fatto dal ministero dell’agricoltura e dal ministero della salute, insieme alla struttura commissariale, porta a buoni risultati – ha aggiunto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida –. L’Italia è una nazione esportatrice e la rimozione dei vincoli da parte dell’Ue dà buone prospettive alla nostra industria agroalimentare". E, dopo anni difficili, ora gli allevatori vedono la luce in fondo al tunnel.
"L’allentamento delle misure – ha aggiunto la presidente di Coldiretti Pavia, Silvia Garavaglia – è un passo importante per ridare una prospettiva agli allevatori che hanno compiuto ingenti sforzi, a cominciare da un ulteriore incremento dei livelli di biosicurezza aziendale, per fronteggiare un’emergenza innescata dalla diffusione incontrollata dei cinghiali, principale vettore della malattia. È però altrettanto indispensabile che vengano assicurati al più presto anche gli indennizzi per tutti i danni accertati, coprendo le perdite dovute sia agli abbattimenti sia al fermo aziendale forzato".
La provincia di Pavia era stata la prima in Lombardia a riscontrare casi di peste suina africana, con diversi focolai registrati a partire dal 2023. "Oltre a tenere alta l’attenzione affinché il virus non rialzi la testa – ha sottolineato il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio –, bisogna ancora soddisfare del tutto le richieste di risarcimento delle imprese e occorre lavorare sul piano internazionale per riaprire i mercati che, proprio a causa della psa, sono stati chiusi ai nostri prodotti e trovarne di nuovi". Anche i consiglieri regionali del pd Marco Carra, Matteo Piloni e Roberta Vallacchi puntano sui ristori: "A quanto ne sappiamo siamo ancora fermi a 10 milioni, con cui sono state coperte solo circa il 25% delle richieste di indennizzo, che non sappiamo se già liquidate".