Protesta caro affitti: in Italia 54mila posti letto per 500 mila fuori studenti sede

Pavia, il rettore Svelto: il Pnrr prevede di superare quota 100mila entro il 2026 ma è necessaria la collaborazione dei privati

La protesta degli studenti universitari a Pavia

La protesta degli studenti universitari a Pavia

Pavia, 17 maggio 2023 – Mentre in diverse città d’Italia prosegue la protesta degli studenti contro il caro affitti, il rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto in veste anche di delegato Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), ha partecipato a Roma all’incontro su “Housing universitario. Forme di agevolazione per studenti e sperimentazioni innovative”.  L'obiettivo dell’incontro era quello di garantire il più ampio accesso alle strutture abitative e promuovere un effettivo diritto allo studio, riducendo un importante fattore di divario sociale. “L’Università di Pavia – ha detto il rettore Francesco Svelto - oggi accoglie, grazie alla tradizione legata ai collegi, più di 2.500 studenti. Attualmente in Italia ci sono circa 54mila posti in residenze pubbliche o simili e un po’ più di 10mila gestiti da privati. Questo a fronte di circa 500mila studenti fuori sede. Un divario importante soprattutto se confrontiamo la situazione italiana con quella europea. L’Inghilterra mette a disposizione più di 780mila posti letto, la Francia 370mila, la Germania 314mila. In questa prospettiva, molto positivo è lo stanziamento previsto dal Pnrr di un miliardo per la realizzazione di nuove residenze. Proprio in questi giorni, sarà reso pubblico un bando per manifestare interesse a partecipare. Oggetto è la messa a disposizione di alloggi per studenti che dovranno essere disponibili entro giugno 2026”.

Il traguardo che si pone il piano di ripresa e resilienza è quello di triplicare i posti letto realizzandone altri 52.500. “E’ un obiettivo sfidante - ha aggiunto il rettore -. È noto che nella grande disponibilità di residenze che si ha in altri paesi europei un ruolo importante è stato svolto dagli investitori privati. Credo dunque che si debba lavorare a una grande alleanza per la residenzialità universitaria dove governo, amministrazioni locali, università, enti per il diritto allo studio, associazioni e investitori privati, nella diversità dei loro ruoli, operino per rendere effettivo il diritto a vivere in un luogo in cui ogni studente meritevole possa raggiungere facilmente la propria università”