Nicoletta Pisanu
Cronaca

Molestie, undici specializzande contro il prof: il primario ora patteggia corso di recupero e due anni di pena

Pavia, gli episodi durante il periodo della pandemia. La legale: ha voluto chiudere, ma nega le accuse. “Fatti accaduti in pubblico senza natura sessuale”. Ma col Gip si concorda un sostegno psicologico

Il medico del Sam Matteo ha scelto di patteggiare

Il medico del Sam Matteo ha scelto di patteggiare

Pavia, 17 dicembre 2024 –  Ha patteggiato due anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, il primario di un reparto del policlinico San Matteo di Pavia accusato di violenza sessuale da undici specializzande. Come previsto dalla legge in questi casi, dovrà anche affrontare un percorso di recupero con sedute psicologiche, anti-violenza, per la durata di un anno. L’udienza di fronte alla Gip di Pavia Maria Cristina Lapi si è svolta ieri mattina: all’indagato è stata riconosciuta una riqualificazione dei fatti contemplando la minore gravità. Nessun risarcimento per le parti civili costituite, sette specializzande, alle quali il primario aveva fatto un’offerta ma è stata rifiutata. In una nota l’avvocata Maria Teresa Zampogna, che ha assistito l’indagato, ha comunicato che il medico “pur negando ogni condotta di natura sessuale, ha scelto di patteggiare nel procedimento penale a suo carico, con la riqualificazione dei fatti nella fattispecie di minore gravità, con l’intento di favorire, anche e soprattutto nell’interesse dei pazienti, la prosecuzione di uno svolgimento sereno e proficuo delle attività della Scuola di specializzazione” dell’Università di Pavia e del reparto al policlinico di cui è primario, “onde evitare – prosegue la legale – un lungo dibattimento per dimostrare l’interpretazione equivoca e l’esatta comprensione dei fatti con moltissimi testimoni e consulenti tecnici, che avrebbe avuto un impatto negativo sulla vita di tutte le persone coinvolte, nonché dell’università e del policlinico”.

L’avvocata Zampogna aggiunge che i contatti fisici oggetto delle accuse sono stati percepiti come ambigui “a posteriori, verosimilmente a seguito di maldicenze diffuse sul docente e mai notati direttamente da nessuno” e che sono avvenuti nel periodo “di massima pressione e stress dell’equipe medica” a causa della pandemia. I fatti contestati risalgono al periodo tra 2020 e 2021. I contatti oggetto delle contestazioni, prosegue l’avvocata “sono avvenuti esclusivamente in pubblico, nell’espletamento della normale attività lavorativa, vestiti con presidi di protezione” e “sempre alla presenza di altri” e sono stati promossi “dalla tipologia di attività clinico-didattica svolta, dal sovraffollamento dei locali e dallo spazio ridotto, ma che mai hanno avuto natura sessuale”.

Le accuse riguardavano atteggiamenti definiti “sconvenienti e inopportuni” ed erano state raccontate tramite un questionario anonimo. Una volta raccolte le risposte delle specializzande, l’ateneo pavese aveva avviato un procedimento interno nei confronti del docente, poi archiviato. Il medico n si era dimesso dal ruolo di direttore della scuola di specializzazione, mantenendo l’incarico di insegnante. Gli atti intanto erano passati alla Procura di Pavia, che aveva aperto un fascicolo: in seguito, una delle specializzande aveva denunciato il professore. Poi, l’avvio dell’iter processuale.