
Il team di ricercatori nel sito paleolitico del Monte Budellone dove è stata ritrovata una piccola falange umana tra i reperti Nel riquadro il dettaglio del frammento
BRESCIA – Una piccola falange umana tra i reperti del sito paleolitico del Monte Budellone, a Prevalle: si tratta dell’unico resto umano di Neanderthal rinvenuto in uno scavo in Lombardia. “Resti umani del paleolitico medio non sono mai stati documentati in Lombardia e sono estremamente rari – ricorda l’assessore Paolo Burlon, che segue il team di ricerca per conto dell’Amministrazione –. I siti archeologici che han restituito ossa umane di Neanderthal sono poco più di una trentina in tutta Italia. Questo ritrovamento è una grande novità e annovera il sito del Monte Budellone tra i più importanti dell’area padana”.
Secondo Giorgio Manzi, antropologo dell’Università La Sapienza di Roma, il reperto “sembra trattarsi di una seconda falange di una mano umana”. Per l’esperto, “su parte della stessa epifisi si intravedono alcune creste di billowing, che potrebbero suggerire una fase di crescita non ancora completata”. Si tratterebbe, quindi, di un giovane neanderthaliano, di cui a breve ci sarà anche una datazione; il suo Dna, se presente, potrà dare molte informazioni sulla popolazione di cui faceva parte. Di certo, il ritrovamento rende il sito del Monte Budellone di rilevanza internazionale. Situato sul versante meridionale del monte delle Prealpi bresciane, il sito BUD-1 è stato scoperto a marzo 2023, quando, durante lo scavo della vicina grotticella dei Büs dei Lader, sono stati individuati lungo il sentiero alcuni manufatti in pietra scheggiata databili al Paleolitico medio.

Dalla rimozione di alcuni grandi blocchi di crollo e materiali accumulatesi per eventi colluviali tardo pleistocenici e olocenici, è emerso così il tetto del primo strato riferibile al Paleolitico medio, per circa 7 metri quadrati. Dal 17 ottobre 2024 lo scavo archeologico è in concessione ministeriale al comune di Prevalle, con il Museo Archeologico della Valle Sabbia e l’Università degli Studi di Ferrara. Le campagne di scavo autunnale e primaverile hanno già permesso di rilevare oltre 2.200 reperti (oltre alla falange), tra manufatti in pietra scheggiata e resti ossei di pasto, a testimonianza della frequentazione di questo sito da parte dei cacciatori-raccoglitori neanderthaliani.
Ora gli esperti inizieranno ad analizzare ogni reperto, per comprendere quali fossero gli usi dei Neanderthal locali nell’ultima glaciazione, quando dal Monte era possibile scorgere un immenso ghiacciaio a ridosso dell’attuale morena gardesana. Le attività di ricerca, condotte da Marco Baioni (direttore dello scavo), Nicolò Fasser, Fabio Bona con universitari e volontari locali, puntano ora a capire se, durante la frequentazione umana, il sito fosse una grotticella o un riparo sotto roccia.
Altra questione riguarda l’epoca di frequentazione, che potrebbe essere fra i 100.000 ed i 50.000 anni fa. Per la datazione, ci si avvarrà di varie tecniche, tra cui l’orologio molecolare, che consente di stimare il tempo trascorso sulla base del numero di mutazioni accumulate nel Dna di una specie, per il Budellone soprattutto lupo e cervo. Gli scavi ripartiranno in autunno e promettono di riservare ulteriori sorprese.