MANUELA MARZIANI
Cronaca

Medico e infermiere del San Matteo di Pavia aggrediti a calci e morsi da un ragazzo di 21 anni e da sua madre

Il giovane con un grave disturbo psichiatrico aveva tentato di gettarsi da un cavalcavia della tangenziale pochi minuti prima di essere portato in ospedale. Il sindacato degli infermieri chiede da tempo che il presidio di polizia presente di giorno rimanga aperto anche di notte

Le aggressioni ai danni di medici e infermieri negli ospedali sono sempre più numerose

Le aggressioni ai danni di medici e infermieri negli ospedali sono sempre più numerose

Pavia, 22 ottobre 2024 – Ancora un caso di aggressione ai danni dei sanitari del Policlinico San Matteo di Pavia. Un medico e un infermiere sono stati presi di mira da un paziente di 21 anni e da sua madre. Il giovane era giunto in ospedale nella serata di domenica dopo che, in preda a una crisi di nervi, era salito su un cavalcavia della tangenziale minacciando di suicidarsi. A quel punto è giunta sul posto una pattuglia della squadra volante, in seguito all'allarme lanciato da alcuni automobilisti di passaggio.

Gli agenti sono riusciti a convincere il 21enne a recarsi al pronto soccorso del San Matteo. Ma dopo qualche ora il giovane ha dato in escandescenze, colpendo un medico con un pugno e un calcio, mentre sua madre ha morsicato un infermiere. I due sanitari, soccorsi dai loro colleghi e dimessi con una prognosi di 15 giorni, hanno sporto denuncia contro gli aggressori. L’ennesimo caso di aggressione ha riportato di nuovo al centro del dibattito, e delle inevitabili polemiche, la questione della sicurezza nei pronto soccorso degli ospedali.

La rabbia della Uil

“Il problema che rimane irrisolto da anni –denuncia Marco Grignani, infermiere e sindacalista della Uil – è la chiusura alle 8 di sera del presidio della polizia –, e infatti un fatto del genere, che poteva avere conseguenze ancora più gravi, si è verificato di sera quando il posto di p.s. era già chiuso. Una situazione come questa è chiaramente insopportabile, e va risolta al più presto”. Da quel che è emerso, a scatenare la rabbia e la reazione violenta del giovane, in preda evidentemente a un fortissimo disagio psichiatrico che l’aveva portato a tentare il suicidio, sarebbe stata la titubanza dello psichiatra intervenuto in pronto soccorso se effettuargli o meno un T.s.o. ovvero un trattamento sanitario obbligatorio.