
La fiaccolata dal cimitero al santuario per chiedere garanzie al governo per gli animali ospitati nei rifugi come Cuori liberi di Sairano
Zinasco (Pavia) – Due anni dopo il blitz del 20 settembre 2023 nel rifugio Cuori liberi di Sairano, frazione di Zinasco, oltre 500 persone hanno partecipato sabato a una fiaccolata dal cimitero al santuario per non dimenticare i 9 maiali uccisi e i loro 31 compagni che nei giorni precedenti furono vittime della peste suina africana. Due anni fa la giornata di Ursula, Bartolomeo, Mercoledì, Spino, Carolina, Dorothy, Crusca, Crosta e Pumba era iniziata come le altre. «Stavano bene e resistevano al virus quando furono strappati alla vita. Uccisi dallo Stato, con un intervento violento e disumano che ignorò ogni possibilità di tutela, ogni voce contraria, ogni evidenza scientifica, per tutelare il profitto – ha ricordato Sara D’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi in Italia –. Due anni dopo non rimane solo un ricordo: la nostra memoria ha fatto crescere la lotta per tutti gli animali rinchiusi, invisibili, sacrificabili. Quel giorno a Sairano è accaduto qualcosa che ha segnato la storia dei rifugi-santuari, la lotta antispecista, le coscienze di tanti, quasi ventimila, che nelle settimane successive invasero le strade di Milano e Roma per protestare contro quella barbarie».
Due anni fa, in piena diffusione della psa era arrivato l’ordine di uccidere i 9 maiali salvati dal macello e ospiti del rifugio. A niente valse la resistenza degli attivisti barricati all’interno. «A oggi – ha concluso D’Angelo – non abbiamo avuto garanzie dal governo per gli animali ospitati nei rifugi, nessun protocollo sanitario per strutture riconosciute dal ministero della salute non equiparabili ad allevamenti: una nuova strage è possibile». In questi giorni il documentario “Cuori liberi. Fino all’ultimo respiro“ del regista Alessio Schiazza viene proiettato in alcuni cinema di Roma e Milano.