MANUELA MARZIANI
Cronaca

Da Guttuso a Banksy. L’arte come medicina. Apre “La cura dell’uomo“

Inaugurata oggi alle 17 al Museo Diocesano l’expo aperta fino al 25 maggio. Quaranta opere in cinque tappe per approfondire il tema della terapia .

Filippo Moretti, uno dei curatori della mostra

Filippo Moretti, uno dei curatori della mostra

In autunno è stata raccontata "L’epoca fragile?", in primavera "La cura dell’uomo". Stessa location, il Museo diocesano, per un nuovo racconto per immagini volto a comprendere le diverse forme della cura necessarie per la rigenerazione dell’umano. Sarà inaugurata alle 17 di oggi l’esposizione che si potrà visitare fino al 25 maggio (sarà visitabile la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 18,30 e il sabato dalle 14,30 alle 18,30). Attraverso una quarantina di opere d’arte (all’interno del percorso espositivo saranno presenti, tra gli altri, dei quadri di Banksy, di Domenico Paladino, di Bruno Ceccobelli, di Giorgio de Chirico, di Gino de Dominicis, oltreché alcuni di Alain Arias Misson, di Ai Wewei, di Lamberto Pignotti, di Luigi Tola e di Renato Guttuso) verranno presentati in cinque tappe i differenti modi in cui, concretamente, si articola la cura dell’essere umano.

Il racconto prenderà le mosse dalla cura del corpo, ospitando un progetto del Policlinico San Matteo, "Di testa mia. L’arte come terapia", ossia una serie di pezzi realizzati dai pazienti di oncologia pediatrica per riflettere sul dolore fisico, sulla sofferenza della mente e sulle prospettive di cura/guarigione cui la medicina, anche con le sue nuove acquisizioni, ci mette dinanzi, per poi passare, nella seconda tappa, alla cura dell’interiorità di ognuno mettendo a tema l’importanza di alcune parole quali relazionalità, amicizia, amore, compassione, solidarietà.

A seguire, nella terza sezione, ci si soffermerà sull’importanza della cura dell’altro, concentrando quindi l’attenzione su concetti quali accoglienza e dialogo interculturale. Nella quarta tappa, invece, a entrare in scena sarà la (buona) politica come arte della cura del mondo, verso la pace.

Infine, nel quinto e ultimo passaggio, si riporterà l’attenzione sull’arte come linguaggio della cura integrale dell’uomo, avviando parallelamente a questo sforzo di pensiero stimolato dall’estetica una presa di consapevolezza e un rinnovamento interiore che può finire con il tradursi anche in un impegno etico e politico rigenerante. Il progetto curato da Filippo Moretti e dall’ammiraglio esperto d’arte Giosuè Allegrini, è il frutto di una cooperazione di diversi enti del nostro territorio come l’Associazione culturale convivio, la Fondazione museo diocesano, l’Università di Pavia, l’Edisu, il collegio Cairoli, il policlinico San Matteo, Fabbrica Poggi, la diocesi, il Comune, la Provincia, è stato realizzato con il patrocinio oneroso della Fondazione Monte di Lombardia, della Fondazione della comunità, del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pavia e dell’Edisu.