
Il presidio nelle vicinanze del casello autostradale sulla Torino-Piacenza
Con trattori imbandierati, striscioni e clacson, sono arrivati anche da Binasco, nel Sud Milano, e si sono ricongiunti agli agricoltori in presidio nei pressi del casello autostradale sulla Torino-Piacenza per incontrare i sindaci del territorio. "Ci sfiancherete, ma non ci distruggerete" si leggeva sul muso di un trattore, "Meno importazione, più made in Italy" riportava un altro fino alla sintesi: "La nostra fine sarà la vosta fame". Molti i primi cittadini che hanno voluto incontrare gli esponenti di Riscatto agricolo Lombardia per conoscere le ragioni della protesta. Un malcontento iniziato l’anno scorso, quando i trattori hanno sfilato per le strade delle città, e che quest’anno è diventato un movimento più maturo che chiede lo stato di crisi.
"Abbiamo scelto il percorso istituzionale – ha spiegato Filippo Goglio, presidente di Riscatto agricolo Lombardia – perché è la Regione a dover fare la declaratoria per la richiesta dello stato di crisi e il governo, raccogliendo l’istanza, può uscire da alcune deroghe a livello europeo. Il passaggio istituzionale prevede il coinvolgimento dei sindaci e alcuni si stanno facendo promotori dell’iniziativa".
"Abbiamo radunato tutte le varie sigle di agricoltori sotto un unico organismo, il Coordinamento agricoltori e pescatori italiani – ha detto il coordinatore del Coapi, Marco Fascina – e vogliamo ottenere il consenso di tutti i primi cittadini che, se vogliono mantenere l’agricoltura nel proprio paese, devono darci una mano". Una delegazione del Coapi ha già incontrato i sindaci delle città più grandi del Pavese e del Milanese. "Con l’aiuto dell’università – ha aggiunto Fascina – intendiamo preparare una relazione per dimostrare che non siamo gli inquinatori come ci accusano di essere".
Il documento sarà presentato il 12 febbraio in Regione all’audizione che si terrà in commissione agricoltura. "Speriamo che la politica, che tante volte abbiamo votato e ci ha tradito – ha proseguito il coordinatore del Coapi – questa volta ci dia una mano a portare avanti soluzioni valide. L’unica alternativa è la chiusura delle nostre aziende. A causa dei cambiamenti climatici, in primavera ci mancheranno i prodotti e non saremo in grado di mantenere i nostri animali. Tassello dopo tassello, dobbiamo ricomporre un puzzle nella speranza che anche i sindacati, che per venti anni ci hanno voltato le spalle facendo il contrario di quanto avevano promesso, imbocchino una strada diversa". "Faremo tutto quello che è nelle nostre competenze – ha promesso il sindaco di Romagnese Manuel Achilli, parlando anche a nome dei colleghi – per trovare una soluzione alle vostre problematiche".