BARBARA CALDEROLA
Economia

Crisi St, l’azienda non cambia il piano e il sindacato conferma lo sciopero

Mercoledì i lavoratori incroceranno le braccia in difesa del posto, il giorno dopo nuovo vertice a Roma

La protesta dei lavoratori St di Agrate

La protesta dei lavoratori St di Agrate

Agrate (Monza e Brianza), 17 maggio 2025 –  Mancano ancora i numeri, ma le previsioni restano le stesse: tagli e core business su 300 millimetri, ricerca e sviluppo. Mentre l’azienda smentisce che sta smantellando macchinari da trasferire in Cina e a Singapore svuotando Agrate, i timori dei sindacati aumentano.

Delusione per “la mancanza di correttivi” al piano industriale di St che “a parte qualche piccola revisione di facciata – dice Pietro Occhiuto della Fiom-Cgil Brianza – di fatto non arretra di un millimetro”. Rincara Uilm: “Ci ha lasciato stupiti che stiano anticipando gli investimenti al 2026 – aggiunge la delegata Simona Cavarra – l’unica novità è questa perché per il resto c’è la conferma di un progetto che l’Rsu ha bocciato e non possiamo ritenerla una buona notizia. Sugli esuberi nessuno si è espresso”. E questo resta l’altro punto dolente del tavolo convocato dall’assessore allo Sviluppo Guido Guidesi, che aveva chiesto una revisione delle prospettive per il sito di via Olivetti della multinazionale dei semiconduttori. Ma per i metalmeccanici, che confermano lo sciopero di mercoledì, il giorno prima del vertice a Roma, “nulla è cambiato dopo in queste settimane”. La tensione sale proprio sull’impatto che la manovra avrà sull’occupazione. Primo nodo del problema, insieme al futuro dello stabilimento e dell’indotto, 5.300 addetti in azienda, “almeno altrettanto nella filiera”.

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“In questo quadro chiediamo con forza che ogni azione di trasferimento produttivo venga immediatamente sospesa – ribadisce Occhiuto –. Fino a quando non ci sarà un nuovo piano industriale condiviso, è necessario interrompere ogni iniziativa unilaterale che possa compromettere ulteriormente l’integrità del sito brianzolo. Il rispetto delle sedi di confronto passa anche da questo. Al ministro Urso chiediamo di assumersi pienamente le sue responsabilità: non basta prendere atto del problema, è necessario creare le condizioni perché il Gruppo sia chiamato a rivedere radicalmente il progetto industriale”.

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Per Enrico Vacca segretario della Fim Brianza, “l’unico passo avanti, del tutto insufficiente, è una timida accelerazione degli investimenti, peraltro senza alcun aumento, che non può che portarci a intensificare la mobilitazione su Agrate”. E per Uilm anche “insoddisfazione perché il ministro ha confermato la ‘bontà’ del piano industriale presentato al Mimit evidenziando che gli investimenti su Catania porteranno lavoro anche all’indotto del Nord per un buon 41% – sottolinea Vittorio Sarti, segretario regionale –. Siamo profondamente contrari a questo progetto e ne chiediamo il ritiro, al suo posto, ne occorre uno con investimenti in Lombardia e senza esuberi”.