BARBARA CALDEROLA
Economia

St, crolla l’utile nel primo trimestre: “Ancora più incertezze sul futuro”

L’azienda dei semiconduttori ha presentato i conti. Aumenta la preoccupazione dei metalmeccanici

L’azienda ha presentato un piano che prevede l’uscita di un migliaio di lavoratori ad Agrate

L’azienda ha presentato un piano che prevede l’uscita di un migliaio di lavoratori ad Agrate

Agrate (Monza e Brianza) – Profondo rosso per l’utile che scende dell’89% a 56 milioni, mentre i ricavi netti segnano una flessione del 27,3% a 2,52 miliardi, in linea con le previsioni. “Ma l’Ebit, l’indicatore di redditività aziendale prima di oneri e imposte – sottolineano i sindacati - crolla del 99,5% a soli 3 milioni di dollari”. Ieri, St ha presentato i risultati del trimestre, “il punto più basso nel contesto”, ha ammesso Jean Marc Chery, presidente e ceo del gruppo italo-francese dei semiconduttori. Per fare fronte al calo delle vendite, l’azienda ha presentato un piano che prevede l’uscita di 2.800 lavoratori nel mondo, un migliaio dei quali ad Agrate. E il manager ha confermato che la società procederà “sul piano per disegnare la nuova struttura e ridimensionare le spese”. Ma non ha fornito cifre, i tagli delle uscite “sono stimati in milioni di dollari nella fascia superiore della forchetta a tre cifre”.

Un’affermazione che, secondo i metalmeccanici, “non fa che acuire il senso di incertezza sul futuro del colosso del chip”. Anche le previsioni per il secondo trimestre non contemplano miglioramenti, il fatturato atteso è sui 2,71 miliardi di dollari (una diminuzione anno su anno del 16,2% e a una crescita del 7,7% rispetto al trimestre precedente). Per Fim-Cisl “è presumibile che i ricavi finali 2025 si attesteranno in 11-12 miliardi di dollari, confermando l’inattendibilità dell’obiettivo di raggiungere i 20 miliardi nel 2030”. Ma il ceo “alla luce della persistente incertezza per l’economia globale e per i mercati finali di St”, non ha riferito stime sul giro d’affari dell’anno.

“Vogliamo mantenere le nostre spese in conto capitale nette tra 2 e 2,3 miliardi di dollari, soprattutto per attuare la riorganizzazione della nostra struttura manifatturiera”, ha precisato. “Ci concentriamo – ancora Chery - su quel che possiamo controllare: verifica rigorosa dei costi tutelando ricerca e sviluppo, innovando per migliorare la competitività”. I vertici sembrano voler procedere per la strada tracciata, ma martedì Regione e sindacati hanno chiesto alla multinazionale un passo indietro sul piano industriale con riduzione del personale in Brianza.