Omicidio Vivacqua, dubbi sui moventi: "Non si fidava più degli amici"

I difensori degli imputati avanzano dubbi sul reale movente per l'omicidio di Paolo Vivacqua, circondato da relazioni e amicizie collegate a torbidi affari di Stefania Totaro

L'omicidio Vivacqua a Desio

L'omicidio Vivacqua a Desio

Desio, 3 novembre 2014 - Altri presunti moventi per l'omicidio di Paolo VivacquaLi ipotizza la difesa degli imputati alla ripresa del processo davanti alla Corte di Assise di Monza per la morte del 'rotamat' milionario siciliano ucciso il 14 novembre 2011 con sette colpi di pistola nel suo ufficio di Desio. La pm della Procura di Monza crede nel movente della vendetta e degli interessi economici e ha portato sul banco degli imputati quelli che ritiene i mandanti dell'omicidio, la moglie della vittima Germania Biondo (che Paolo Vivacqua aveva lasciato per andare a vivere con una giovane romena, da cui ha avuto un bambino e che, oltre all'affronto, temeva di perdere insieme ai figli il patrimonio dell'imprenditore, compreso il 'tesoretto' di 6 milioni di euro che Vivacqua aveva ricevuto dalla vendita di alcuni terreni resi edificabili grazie al presunto pagamento di tangenti a politici per la modifica di destinazione nel Piano di governo del territorio del Comune di Carate Brianza) e il suo presunto amante, l'investigatore privato Diego Barba, che invece voleva vendicarsi di Paolo Vivacqua per essere stato aggredito in Sicilia dal rotamat per convincerlo a stare alla larga dalla moglie.

Secondo l'accusa i due si sarebbero rivolti come intermediario a Salvino La Rocca, collega e amico di Diego Barba, che avrebbe assoldato, con la promessa di 60mila euro, i due presunti killer Antonino Giarrana e Antonino Radaelli. Gli imputati sono tutti ancora detenuti in carcere: Germania Biondo, Diego Barba e Salvino La Rocca sono stati arrestati per l'omicidio di Paolo Vivacqua (per la Biondo e La Rocca si attende ancora la decisione dei giudici del Riesame sulla loro istanza di scarcerazione), mentre Antonino Giarrana e Antonino Radaelli si trovavano gia' in carcere per scontare rispettivamente la condanna all'ergastolo e a 18 anni di reclusione inflitte loro in primo grado per l'omicidio della consuocera di Vivacqua, Franca Lo Jacono, uccisa nel giugno 2012 a coltellate nel garage del suo appartamento a Desio per farsi consegnare, secondo la pubblica accusa, proprio il 'tesoretto' che avrebbe custodito per Vivacqua.

Invece per i difensori degli imputati altri potrebbero essere i motivi per assassinare Paolo Vivacqua. "Il giorno dopo il suo omicidio Vivacqua doveva incontrarsi con Felice Tagliabue (che è stato condannato per corruzione e riciclaggio proprio per la vicenda giudiziaria riguardante il Comune di Carate Brianza, la cui inchiesta e' nata proprio dalle carte trovate nella cassaforte di Vivacqua dopo il suo omicidio, ndr) che vantava dei crediti nei suoi confronti per avere fatto da intermediatore nell'affare dei terreni. E risulta anche che Vivacqua aveva fatto un prestito di circa 200mila euro a Domenico Zema, genero di Annunziato Moscato, capo del 'Locale' di Desio condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa (e a sua volta indagato per lo stesso reato in un'altra recente inchiesta di 'ndrangheta, ndr)".

Felice Tagliabue, convocato a testimoniare in aula, si e' avvalso della facoltà di non rispondere. E' stato invece sentito il legale di Paolo Vivacqua, l'avvocato Loreno Magni: "Con Tagliabue Paolo Vivacqua aveva pendenze per il riconoscimento della sua collaborazione. Ma mi disse che non voleva riconoscergli soldi, casomai una parte di un terreno. Vivacqua si lamentava perche' diceva che dei 6 milioni di euro, dopo il pagamento delle tasse e di altre spese, non gli sarebbe rimasto piu' in mano quasi niente. Zema mi venne presentato di Vivacqua come un carissimo amico. Mi disse che gli aveva prestato dei soldi nel 2007-2008. Se ricordo bene 200- 220mila euro. Mi chiese di aiutarlo a trattare con una banca per il pagamento arretrato di un mutuo. Se mi ha mai detto di temere per la sua incolumità? No, mi disse soltanto che iniziava a non fidarsi più di alcune persone che aveva intorno a lui e che aveva aiutato. Come una segretaria che gli aveva fatto sparire dei soldi e di un altro che gestiva un suo bar e che gli aveva presentato dei conti che non gli tornavano".