MARTINO AGOSTONI
Cronaca

Monza, Villa Reale cenerentola: battaglia persa con Venaria

Per visitatori, collegamenti con metrò e navette, parcheggi gratis, ciclabili, ristorante stellato e fast food

Ristorazione Villa Reale di Monza

Monza, 2 febbraio 2018 - Ci saranno caffè, dolcetti e drink al banco e semmai panini o piatto unico per pranzo ai tavolini di un bistrot. Mentre non hanno più spazio i tavoli apparecchiati con la tovaglia, serviti dai camerieri e con disponibilità della lista dei vini e una scelta di piatti cucinati dallo chef. Hanno chiuso il 30 gennaio «Le cucine di Villa Reale», intese sia come il nome dell’elegante ristorante che occupava da fine 2014 le sale al piano terra del Corpo Centrale della reggia del Piermarini sia proprio come la cucina che forniva il servizio di ristorazione per i visitatori durante gli orari di apertura delle mostre, oppure la sera per una cena in un luogo esclusivo. Assieme ha chiuso anche il bar collegato della stessa società Fvr, controllata da F&de Group, che ha deciso di cedere il contratto con cui avrebbe potuto continuare a gestire per vent’anni la ristorazione alla Villa Reale. Al suo posto subentrerà nel servizio un nuovo soggetto, IT Monza, che vedrà la partecipazione diretta al 30% di Italiana Costruzioni di Attilio Navarra, il concessionario che ha la gestione ventennale della reggia, insieme al noto ristoratore romano Ottaviani che già gestisce spazi di ristoro in altri complessi monumentali e artistici come il Maxxi a Roma o Palazzo Madama a Torino. Fino al 15 febbraio il servizio è sospeso e i locali sono chiusi per realizzare il nuovo allestimento, ma tra due settimane al posto del ristorante con bar aprirà una caffetteria organizzata secondo la modalità di bistrot, disponibile anche per eventi e cerimonie su prenotazione.

È un cambio del menù della Villa Reale che non solo ridimensiona a un livello più basso i servizi di ristorazione, ma che dà anche la misura, dopo poco più di 3 anni dall’apertura della reggia riqualificata, del livello di attrattività del complesso monumentale monzese. Non ci sono i «numeri» per sostenere investimenti per servizi di alto livello se, come la società Fvr, aveva proporzionato la sua offerta di ristorazione su un modello come Venaria.

Ma, solo a livello di numero di visitatori, tra la reggia torinese e quella monzese la partita è persa 10 a zero: circa un milione l’anno a Venaria, circa 100mila in Villa. Volumi diversi che giustificano investimenti secondo proporzioni diverse e che fanno emergere anche servizi diversi, a partire da quelli offerti per far arrivare i visitatori alle rispettive regge. È il comitato Hq Monza a proporre un confronto «logistico» tra Villa Reale e Venaria: a Monza la ferrovia è distante 2 chilometri dai cancelli della reggia, fuori Torino c’è un treno metropolitana con fermata Venaria. In bus per la Villa c’è la linea urbana z221, alla reggia piemontese c’è la navetta «Venaria Express» dal centro di Torino o la stazione Porta Susa. In auto a Monza ci sono i 1.200 posti del parcheggio del Parco a 5 euro al giorno nei fine settimana o 2 euro nei feriali, a Venaria 1.400 posti gratis poi 66 per bus e altri 800 a pagamento a 80 centesimo l’ora. In taxi a Monza secondo la fortuna, a Venaria tariffa fissa e scontata, mentre in bici a Monza su strade urbane e brevi tratti ciclabili a Venaria sulla pista ciclabile sovraccomunale della «Corona Verde». Per i servizi di ristorazione: a Monza non riesce a stare aperto un ristorante e dal 15 febbraio ci sarà un bar-bistrot, a Venaria ci sono un ristorante con Stella Michelin, un secondo ristorante più popolare, un fast food, una gelateria e un bar. Dice la portavoce Isabella Tavazzi: «Le carenze più rilevanti della nostra città riguardano il trasporto pubblico, anche per il turismo così come per i cittadini e i pendolari. È evidente l’urgenza del prolungamento della M5 da Milano Bignami sino al nord di Monza, un’idea sulla quale sinora, nonostante le ottime intenzioni e gli sforzi dei sindaci di Milano Sala e Monza Allevi, ancora non c’è, spiace dirlo, un solo vero passo concreto».