ROBERTO CANALI
Cronaca

Dongo, il prete rimasto imbottigliato nel traffico per i neo-fascisti: “Io in ritardo di mezzora alla messa, loro di molti decenni...”

Como, lo sfogo tra ironia e amarezza di don Michele Pitino, responsabile del Servizio diocesano alle vocazioni: “C’erano tante teste rasate: erano tutte zucche vuote”

Don Michele Pitino e lo sfogo su Instagram dopo il raduno di Dongo

Don Michele Pitino e lo sfogo su Instagram dopo il raduno di Dongo

Dongo (Como) – Una predica laica affidata ai social quella di don Michele Pitino, responsabile del Servizio diocesano alle vocazioni che domenica 28 aprile è rimasto bloccato, come tanti automobilisti sul lago, per la manifestazione di un centinaio di esponenti di estrema destra che commemoravano i gerarchi fucilati a Dongo. 

“Arrivare in ritardo a messa è grave, soprattutto se sei il prete - spiega don Michele - Mi è successo domenica scorsa. Dovevo celebrare in una parrocchia sul lago alle ore 10 e, subito dopo, in un’altra alle 11. Percorrevo la via Regina, scendendo da Colico. All’altezza di Dongo, alle 9.35, mi sono però trovato in coda, completamente bloccato e fermo. Pensavo che la cosa si sarebbe risolta in pochi minuti, invece la strada si è sbloccata solo alle 10.10 e così ho iniziato la messa alle 10.30 con mezz’ora di ritardo. La strada era bloccata perché, così mi dice un passante, ‘ci sono i fascisti’”.

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Don Michele Pitino in mezzo ai giovani

Il sacerdote racconta di essere sceso dall’auto per andare a controllare. “Percorro velocemente qualche centinaio di metri a piedi e raggiungo la piazza, dove scopro meglio ciò che stava succedendo. C’erano molte persone, pure loro in ritardo… ma di molti decenni! Dei ritardatari della storia. Occupavano una strada, bloccando così l’unica via del lago. Col rito del ‘presente’ e il braccio teso inneggiavano al fascismo. Molte erano teste rasate, tutte erano zucche vuote. Lo dico perché, almeno in quei gesti, esprimevano proprio delle zucche vuote. Vuote di conoscenza e di cultura, di valori e umanità. Un vuoto che, come ogni vuoto, si espone al rischio di essere riempito. Spesso dal peggio. In questo caso da un fanatismo cieco, che rimpiange in modo irragionevole ciò che ha calpestato libertà, diritti e umanità”.

Rimane il dubbio del perché la manifestazione sia stata consentita. “Mi chiedo come sia stato possibile permettere tutto questo. Due macchine davanti a me c’era un’ambulanza. Non era in emergenza, ma se lo fosse stata? Il Governo ha fatto un decreto legge per aumentare le pene a chi impedisce la libera circolazione su strada. Sono arrivato a messa molto arrabbiato, poi però celebrando, la rabbia mi è passata. Ho letto il vangelo e ripensavo a quell’unico “saluto romano“ che mi era piaciuto: quello che a Roma il popolo aveva dato a Francesco il giorno primo. E son tornato a sorridere”.