
di Barbara Apicella
L’oca Reginaldo è diventato un boccone amaro: l’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) che ieri aveva annunciato di voler denunciare don Simone Sanvito per maltrattamenti e morte dell’animale ritratta. Niente denuncia contro il sacerdote – che aveva annunciato sui social la "conversione" dell’oca in salame – ma un esposto alla Procura della Repubblica di Monza per capire quello che è successo. Lorenzo Croce, presidente dell’Aidaa, ha avuto un chiarimento con il sacerdote. Sul sito dell’associazione è pubblicata l’email inviata dal prete: don Simone spiega che l’oca era già destinata alla macellazione perché aggressiva con le persone, e per un giorno e mezzo è stata tenuta in oratorio dove ha potuto scorrazzare liberamente visto che la struttura era chiusa a causa del Covid, per poi venire prelevata dal macellaio autorizzato. Una versione che impone all’associazione di rivedere l’intenzione di portare don Simone davanti a un giudice. "Settimana prossima presenteremo comunque un esposto in Procura. Agli inquirenti chiederemp di indagare sulla vicenda e sui diretti interessati: l’allevatore che ha consegnato l’oca al sacerdote, don Simone e il macellaio. Noi vogliamo comunque vederci chiaro, soprattutto in previsione dei riti di macellazione che, soprattutto per Pasqua, coinvolgeranno molti animali".