Varedo, truffa auto Antonini: indagini finite e 127 capi di imputazione

I fratelli Giuseppe e Mauro Antonini sono stati già condannati di recente per la bancarotta fraudolenta del salone e appropriazione indebita

La protesta degli automobilisti truffati davanti al tribunale di Monza

La protesta degli automobilisti truffati davanti al tribunale di Monza

Varedo (Monza e Brianza), 21 dicembre 2019 - La Procura ha chiuso l’inchiesta per le auto vendute ma mai consegnate ai clienti. Il pm monzese Vincenzo Fiorillo ha firmato la conclusione delle indagini sull’autosalone Antonini di Varedo. Di truffa devono rispondere i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, che erano stati arrestati il 17 gennaio scorso dopo un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Monza per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita, reati per cui sono stati condannati recentemente nel processo col rito abbreviato al Tribunale di Monza a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell’autosalone, con una provvisionale di 150mila euro.

Dell’accusa di bancarotta deve ora rispondere l’amministratore di diritto della società, mentre per l’accusa di truffa sono accusati, in concorso con i fratelli Antonini, anche 5 venditori che, secondo la pubblica accusa, erano consapevoli che dietro la vendita delle vetture ci sarebbe stato un raggiro. Infine la conclusione delle indagini riguarda anche un’ipotesi di riciclaggio di denaro nei confronti della moglie di uno dei due fratelli Antonini. Ben 127 i capi di imputazione contestati dal sostituto procuratore monzese, la stragrande maggioranza relativi a oltre un centinaio di denunce presentate da clienti della concessionaria di auto che si erano rivolti anche a Striscia la notizia per portare alla ribalta delle cronache la vicenda relativa all’autosalone di Varedo e che per molti mesi hanno continuato a protestare con picchetti, cortei e manifestazioni, l’ultima anche davanti alla stessa Procura di Monza, perché si facesse luce sulla vicenda delle macchine che sono da loro state pagate ma che non hanno mai visto la consegna delle chiavi di accensione.

Ora, dopo la notifica della conclusione delle indagini, i 9 imputati hanno un termine a difesa per presentare memorie o per chiedere di rendere interrogatorio e poi il pm deciderà se proseguire con la richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini delle Fiamme gialle della Compagnia di Seveso sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della “World car srl”, che era nata sulle ceneri della storica società “Autosalone Antonini”. Secondo l’accusa, gli amministratori della concessionaria di auto plurimarca in via Genova hanno trasferito l’intera azienda a una nuova società costituita per gestire l’autosalone, la “A2 car srl”, in cui sono confluite somme di denaro pari a circa 1 milione di euro. Gli Antonini si sarebbero anche intascati 400mila euro circa, facendoli confluire dai conti correnti societari a propri conti correnti personali.