
Anna Maria Di Oreste
Monza, 16 maggio 2015 - Niente camicie senza giacca, pantaloni corti, tute da ginnastica in Tribunale. Almeno quando i coniugi si presentano davanti al presidente del Tribunale. Lo ha scritto la dirigente del Palazzo di Giustizia monzese Anna Maria Di Oreste in un avviso fatto pervenire all’Ordine degli avvocati di Monza.
"I signori avvocati sono invitati ad avvertire i coniugi che non saranno ammessi all’udienza di comparizione personale davanti al presidente del Tribunale nei giudizi di separazione e divorzio se l’abbigliamento non sarà adeguato (maglietta, camicia senza giacca, pantaloni corti, tuta...)".
Le prime udienze di comparizione personale in caso di separazione e divorzio sono le uniche che ancora il presidente del Tribunale tiene personalmente e da qui nasce questo invito, che però gli avvocati non hanno preso bene, sostenendo da più parti che sono ben altri i problemi della Giustizia monzese di cui preoccuparsi.
Come ad esempio il restringimento degli orari delle cancellerie e degli altri uffici aperti al pubblico sia in Tribunale che in Procura per carenza di personale amministrativo.
"Adesso che arriva il caldo si vedono arrivare persone vestite come in spiaggia - conferma Anna Maria Di Oreste -. Il Tribunale è un luogo serio, si discute di questioni serie e quindi ci si deve vestire in modo serio. Ho voluto avvertire per evitare di dover mandare via qualcuno come è già successo.
I problemi della Giustizia sono altri? Potevano pensarci prima gli avvocati a non opporsi alla chiusura di due giorni delle cancellerie che ora ci ha costretto a restringere i tempi di accesso".
Il problema della pesante carenza di personale amministrativo aveva infatti spinto il presidente del Tribunale Anna Maria Di Oreste e il procuratore capo monzese Corrado Carnevali a decidere per protesta contro il mancato aumento del personale di chiudere per uno o due giorni alla settimana le cancellerie.
Subito stoppati proprio dagli avvocati monzesi, che avevano ottenuto la sospensione del provvedimento con un ricorso al Tar della Lombardia. Ora con la riorganizzazione degli orari sono per prime le toghe a lamentarsi.
"Se l'ufficio chiude alle 11.30 spesso non si fa in tempo a depositare le pratiche e bisogna tornare un’altra volta - protestano gli avvocati -. Questa è lesione del diritto di difesa che colpisce il cittadino perché dobbiamo fargli pagare l’uscita due volte".
Sia gli avvocati che anche i normali utenti della Procura hanno invece protestato giovedì per l’apertura della segreteria e del casellario giudiziario alle 10.30. "Soltanto restringendo gli orari di accesso riusciamo a portare avanti il lavoro", dicono gli impiegati.