STEFANO ZANETTE
Cronaca

Garlasco e il mistero delle 6 impronte sul muro mai identificate: non sono né di Sempio né di Stasi

I segni di ignoti sulle pareti della villetta in cui è stata uccisa Chiara Poggi. Proseguono gli accertamenti tecnico-scientifici, per i quali si dovrà attendere parecchio tempo. Cosa sappiamo

A destra, Chiara Poggi, uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007. A sinistra, l’impronta trovata sul muro della casa, vicino al cadavere della vittima e attribuita all’indagato

A destra, Chiara Poggi, uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007. A sinistra, l’impronta trovata sul muro della casa, vicino al cadavere della vittima e attribuita all’indagato

GARLASCO (Pavia) – Una carta alla volta. Tante tessere, per comporre il mosaico che si vedrà completo solo alla fine. La Procura di Pavia, per le riaperte indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, ha già disposto ulteriori consulenze tecniche, con accertamenti ripetibili, che non necessitano la partecipazione di altre parti, come quella dattiloscopica svelata dopo le convocazioni di martedì. Ma l’impronta classificata con il numero 33, rilevata sulle scale della taverna e attribuita, come si legge nella consulenza tecnica, all’indagato Andrea Sempio non basta per collocarlo sulla scena al momento del crimine. Non è sangue e lui frequentava la casa. Serve altro. E ci si lavora.

Approfondisci:

Andrea Sempio e l’alibi (che ora vacilla) minuto per minuto: Dna, impronte, gli sms tra la mamma e il pompiere, le celle telefoniche ‘dimenticate’

Andrea Sempio e l’alibi (che ora vacilla) minuto per minuto: Dna, impronte, gli sms tra la mamma e il pompiere, le celle telefoniche ‘dimenticate’

“L’ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto”, precisa non a caso la Procura proprio sull’asportazione “dal muro grattando l’intonaco con bisturi sterile”, effettuata il 5 settembre 2007, di “una parte dell’impronta ‘33’ priva di creste potenzialmente utili per accertamenti dattiloscopici”, mentre “la restante parte dell’impronta ‘33’, potenzialmente utile per gli accertamenti dattiloscopici”, fotografata digitalmente il 29 agosto 2007, anche se nella relazione dei Ris nel 2007 “era stata ritenuta ‘non utilte’ è stata invece attribuita ora al nuovo indagato “alla luce delle nuove potenzialità tecniche a disposizione”.

N14AK3A
La comparazione tra l'immagine ingrandita del palmo destro di Andrea Sempio e quella dell'impronta 33

Anche gli altri esiti degli esami effettuati nel 2007 possono essere ‘rivalutati’ “allo stato attuale della scienza e detta tecnica”, come recitano i quesiti delle nuove consulenze. Pure per ri-valutare l’eventuale presenza di sangue o altre tracce biologiche della vittima, che possa contestualizzare l’impronta al momento del delitto. La stessa ‘rivalutazione’, per gli esami genetici con accertamenti irripetibili, che la Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip con l’incidente probatorio, con il coinvolgimento di tutte le parti, dunque con anche i consulenti dell’indagato Andrea Sempio, della famiglia Poggi e del già condannato Alberto Stasi (“in qualità di persona interessata all’assunzione della prova”).

Approfondisci:

Cosa succede a Stasi se viene condannato Sempio? “Revoca della sentenza e revisione del processo” (ma non tutti sono d’accordo)

Cosa succede a Stasi se viene condannato Sempio? “Revoca della sentenza e revisione del processo” (ma non tutti sono d’accordo)

I tempi dell’incidente probatorio saranno lunghi, almeno 90 giorni (salvo proroghe) dall’avvio delle operazioni peritali il 17 giugno fino all’udienza fissata dal Gip il 24 ottobre, ma nel frattempo proseguono gli altri accertamenti, tutti quelli tecnici-scientifici dai tempi non immediati. Per la consulenza dattiloscopica, ad esempio, con l’incarico affidato il 17 marzo, all’iniziale termine di 40 giorni era stata chiesta proroga di 15 giorni, che ha portato alla consegna l’8 maggio.

FOTO-3-97171028
Il 37enne Andrea Sempio indagato per la morte di Chiara Poggi

Sempre tenendo all’oscuro, come la Procura può fare nelle indagini preliminari, tutte le parti coinvolte e in particolare l’indagato, anche sul motivo delle nuove impronte prelevate con l’inchiostro a Sempio il 16 aprile, per una necessità tecnica dei consulenti e non per i presunti problemi al vetro dello scanner, come si è saputo al deposito della consulenza. E se i legali dell’indagato, gli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, stanno valutando di affidare una perizia di parte da contrapporre a quella dattiloscopica della Procura, l’avvocato Giada Bocellari, che difende Stasi col collega Antonio De Rensis, fa presente che “se l’impronta di Stasi sul dispenser del sapone è stato ritenuto un gravissimo indizio di colpevolezza, l’impronta palmare di Sempio sulle scale dove è stata gettata Chiara Poggi non si può liquidare con un ‘vabbè frequentava la casa’...”. Resta intanto la certezza che la consulenza sulle impronte digitali mette in archivio l’impronta 10, una didata sull’interno della porta d’ingresso, che non è - per i periti dei pm - né di Sempio né di Stasi. Altre sei, di ignoti, restano sulle pareti della casa di via Pascoli.