
Il primo semaforo milanese all'incrocio tra piazza Duomo e le vie Orefici e Torino
Era il primo aprile del 1925 quando Milano pose il suo primo semaforo italiano tra piazza Duomo e via Torino, convinta di aver trovato la soluzione al disordine urbano. Quattro colori luminosi (non tre come oggi) per disciplinare una città che pareva già correre troppo – benché oggi ci sembrerebbe lentissima.
Cent’anni dopo, con oltre 600 semafori intelligenti che vegliano su una metropoli frenetica, ci ritroviamo punto e a capo. Allora i milanesi guardavano smarriti quel “marchingegno” senza capire se il rosso li fermasse davvero; oggi sanno benissimo cosa significa ma spesso se ne infischiano ugualmente.
È la stessa storia di sempre: l’uomo che crede di poter imbrigliare il disordine con un po’ di tecnologia e qualche regole. Ma il caos, da noi, è quasi un imperativo nazionale. Si adatta, si trasforma, trova nuove strade. Il semaforo resta lì, fedele guardiano di un ordine che esiste solo nella sua testa meccanica, mentre Milano continua a vivere la sua anarchica, meravigliosa confusione.