
Edoardo Mazza, ex sindaco di Seregno, è imputato nel processo al Tribunale di Monza
L’ex sindaco Edoardo Mazza e l’immobiliarista Giorgio Vendraminetto non si fanno interrogare al processo al Tribunale di Monza sulla presunta corruzione nell’urbanistica al centro dell’inchiesta Seregnopoli bis e in aula per la difesa dell’allora primo cittadino vengono chiamati gli ex assessori e presidente del Consiglio comunale. Mazza (che nel primo processo Seregnopoli si è visto assolvere dall’accusa di corruzione nell’urbanistica e prescrivere quella di corruzione elettorale insieme al costruttore Antonino Lugarà) e Vendraminetto sono imputati per il centro poliambulatoriale di via Colzani e per il Piano Par1 relativo a via Formenti, angolo via Bassi. Per il centro poliambulatoriale, Mazza è accusato di avere "garantito un favorevole iter alla pratica sebbene il progetto edilizio presentato non fosse conforme alle prescrizioni urbanistiche contenute nelle norme del Prg". Mentre per l’area di via Formenti l’ex sindaco è accusato di avere "garantito" già a settembre 2015 a Vendraminetto "l’approvazione del Piano attuativo richiesto ufficialmente alla fine dell’ottobre seguente" e di avere "omesso qualsiasi intervento a fronte degli abusi edilizi accertati da funzionari comunali". Accuse negate dagli imputati. A testimoniare che Mazza non abbia mai forzato alcun iter urbanistico, neanche con l’allora assessore all’Urbanistica Barbara Milani, è arrivato per primo davanti ai giudici Stefano Casiraghi (figlio del sindaco di Biassono), che al Comune di Seregno è stato assessore allo Sport. "Mai visto in Giunta pressioni di Mazza sulla Milani. Milani era come me in quota alla Lega, nelle nostre riunioni non si è mai lamentata di Mazza. Era la sua prima esperienza da assessore, aveva capito che il carico di lavoro era notevole e lo faceva presente".
Circostanze confermate anche dall’ex presidente del Consiglio comunale Andrea Cattaneo e dall’allora assessore leghista a Sviluppo economico e Attività produttive Maria Gabriella Cadorin, secondo cui Milani "non sembrava sul pezzo per l’edilizia" ed era "un po’ scontrosa con tutti e un po’ sempre sulle sue", mentre per le pratiche "erano i tecnici a decidere sulla fattibilità, mentre in Giunta si prendevano decisioni politiche". Sentito anche l’ex assessore a Protezione civile e Anagrafe Gianfranco Ciafrone, assolto nel primo filone dell’inchiesta Seregnopoli. "Mazza non ha mai chiesto corsie preferenziali per Vendraminetto", ha assicurato. Si torna in aula ad ottobre.
S.T.