ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Treno deragliato: "Tragedia scampata sulla linea Cenerentola"

Lorenzi, portavoce del Comitato pendolari: "Non bastano disagi e ritardi, è anche una questione di sicurezza. Servono convogli moderni"

Stazione di Carnate

Carnate (Monza e Brianza), 23 agosto 2020 - "Non dico che ho terrore e che non salirò più su un treno, ma cose così non dovrebbe capitare. Il poco confort, i ritardi si possono sopportare ma sulla sicurezza non si scherza. Ne va della vita delle persone". Stefano Lorenzi, 34 anni, uno degli attivisti del Comitato pendolari bergamaschi, pensa al treno fantasma che mercoledì. prima di mezzogiorno è partito da solo dalla stazione di Paderno Robbiate costringendo la centrale operativa delle ferrovie a mandarlo a sbattere contro la barriera del binario tronco della stazione di Carnate. Una scelta obbligata per non farlo arrivare nella popolata Monza, dove avrebbe potuto provocare feriti e morti. A bordo un solo, ignaro passeggero.

"Fosse capitato a metà settembre, magari con un convoglio pieno, poteva andare molto peggio", ragiona Lorenzi, giovane ingegnere, ricercatore al Politecnico di Milano e uno dei Rappresentanti viaggiatori in Regione Lombardia che hanno diritto a sedersi nella Conferenza regionale per il trasporto pubblico locale. Da 15 anni è pendolare della linea Bergamo-Milano via Carnate, da Terno d’Isola. «Un treno che si mette in moto in autonomia, senza guida, non dovrebbe essere proprio nel novero delle possibilità a prescindere di chi sia la colpa. Parliamo di una linea ferroviaria che prima della chiusura del ponte S.Michele per i lavori di ristrutturazione trasportava 18mila persone la settimana". Anche se da circa 2 anni, da quando la storica passerella sull’Adda è impraticabile. i passeggeri si sono molti ridotti.

"Molti preferiscono spostarsi in macchina o utilizzano la linea che passa da Treviglio". Il ponte di ferro sarà riaperto ai treni il 14 settembre (le auto hanno ripreso a passare l’anno scorso a novembre) a due anni esatti dalla chiusura, e dunque non ci saranno più interruzioni da Bergamo a Milano. "Il capolinea sulla sponda lecchese del fiume ora è la stazione di Paderno Robbiate. Io ogni mattina la raggiungo in automobile per poi prendere il treno. Ce n’è uno ogni ora". Facile prevedere che il numero dei viaggiatori dalla metà di settembre si avvicinerà presto ai livelli pre-chiusura. Covid permettendo.

"A maggior ragione, sulla questione della sicurezza non potranno esserci ambiguità", dice Lorenzi. "Tra le 2 linee che collegano Bergamo con il capoluogo regionale la nostra è la cenerentola. Non è mai stata eccelsa. Innanzitutto perché fa tutte fermate ed è a binario unico fino a Carnate. Ha sempre avuto carrozze datate e non solo per i limiti imposti dal ponte". In conto ci s sono da mettere i ritardi ("siamo tra le prime linee per il bonus riconosciuto da Trenord come compensazione dei disservizi "), il confort ("le carrozze non sempre hanno l’aria condizionata") e il sovraffollamento (soprattutto prima della chiusura del ponte S.Michele i viaggiatori della sponda bergamasca avevano tutti un posto a sedere, ma arrivati a Carnate e Arcore si vedevano le solite scene"), e guasti ("dovuti al treno o alle infrastrutture").

I contatti del Comitato con Trenord sono regolari: "C’è una riunione a ogni cambio orario ma da febbraio, con l’emergenza Covid, non abbiamo avuto nessuna possibilità di confronto con la Regione". Adesso aspettano la riapertura del passaggio sull’Adda: "Speriamo che porti treni più moderni e che per costruire il nuovo ponte non ci vogliano 20 anni, quando il ponte S.Michele dovrà essere dismesso per raggiunti limiti di età".