Treni e bus in contemporanea. I ragazzi costretti a restare a piedi

Studenti di Briosco costretti ad aspettare un'ora dopo la scuola per mancanza di coincidenze tra treno e bus. Genitori costretti a organizzarsi per il trasporto. Situazione segnalata all'azienda dei bus senza risposta.

Treni e bus in contemporanea. I ragazzi costretti a restare a piedi

L’autobus che ferma a Renate

Neanche scapicollandosi giù dal treno e fuori dalla stazione potrebbero fare in tempo, anche perché sulla carta non passa nemmeno un minuto tra l’orario di arrivo dell’uno e quello di partenza dell’altro. Se poi accade che il treno sia in ritardo, è anche peggio. A quel punto le scelte sono solo due: aspettare un’ora fino alla corsa successiva o farsi venire a prendere, per chi può, dai nonni o dai genitori. È la situazione con cui hanno a che fare ogni giorno alcuni studenti residenti a Briosco che frequentano le scuole superiori nel Lecchese. Il problema con cui devono fare i conti è la perfetta contemporaneità dell’orario d’arrivo a Renate del treno con cui rientrano da scuola e dell’orario di passaggio dell’autobus che dalla stazione dovrebbe portarli a casa. Di fatto, i ragazzi si trovano a perdere sistematicamente il pullman.

A segnalare il disagio è il padre di uno dei giovani, Davide Fiordi, il cui figlio è iscritto a un istituto di Oggiono. "Il bus della linea Z232 ha un orario che non si coordina con quello del treno per chi rientra da Lecco e Oggiono, i ragazzi non hanno a disposizione una coincidenza adeguata che consenta di combinare treno e bus. Hanno previsto l’orario degli autobus allo stesso minuto preciso di arrivo del treno. Possono prendere quello successivo? Sì, ma devono attendere un’ora". Succede con la corsa delle 12.42, e poi con quella delle 13.42, e idem alle 14.42. "Con queste combinazioni i ragazzi non riusciranno mai a prendere il bus - sottolinea il genitore -. Già occorre fare due abbonamenti diversi per pullman e treno, già non c’è un’app unica che consenta di monitorare orari e disagi di bus e treno contemporaneamente, ma occorre usare due app diverse. I ragazzi hanno voglia di essere autonomi, di tornare a casa da soli, di sentirsi indipendenti ma di fatto non possono: in una delle aree più congestionate d’Europa quanto a traffico e tra le più inquinate". "Sono tornato in Brianza dopo 11 anni in Svizzera e, abituato ai mezzi laggiù, il confronto è impietoso - spiega -. Ci siamo confrontati con altri genitori ed è emerso che è un problema comune a diverse famiglie. Così ci siamo dovuti organizzare: abbiamo creato un gruppo Whatsapp e con questo ci accordiamo tra noi, con i nonni che a turno li devono andare a prendere. Abbiamo segnalato il problema all’azienda dei bus, ma non ci hanno mai risposto". Fabio Luongo