DARIO CRIPPA
Cronaca

L’altra verità sul Jihadista di Monza: “Un lavoratore accusato di terrorismo per un like su Facebook”

Parla il datore di lavoro di uno degli arrestati per associazione terroristica: “Non aveva soldi che per la sua famiglia. In Italia ormai si ragiona come per il tifo per le squadra di calcio”

Mohamed Nosair Hassan Gharib Nosair è stato arrestato per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere (foto di repertorio)

“Lo conosco da sei o sette anni, siamo diventati amici. Si alzava alle 5 di mattina per andare a fare le pulizie in uno dei palazzi che gli avevo affidato e mai ha dato problemi a qualcuno, mai nessuno si è lamentato di lui, mai l’ho sentito parlar male di qualcuno. Mai, mai, mai!".

Asser ElSayed è un fiume in piena. Mohamed Nosair Hassan Gharib Nosair, 49 anni, egiziano, era, anzi è un suo dipendente ed amico. Lo hanno arrestato per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere.

Dalla Stella Service, impresa di pulizia in un condominio alla periferia di Brugherio, ElSayed racconta tutt’altra verità. "Ci siamo conosciuti per lavoro. In Egitto ci sono sua moglie e tre figli, un altro più grande abita qui. Un omone di 110 chili, non aveva soldi che per la sua famiglia: non aveva nemmeno la macchina, girava in bicicletta, da un paio d’anni si era trasferito a Cologno Monzese (al confine con Brugherio e la Stella Service, ndr)".

Secondo le accuse, era iscritto a gruppi Whatsapp che veicolavano «materiale inapologetico dell’Isis».

"È assurdo, metteva qualche like su Facebook, non si può giudicare solo in base a quello…".

Lo hanno accusato di finanziare lo Stato Islamico.

"Guadagnava 1.200-1.300 euro al mese. Al sabato se poteva faceva gli straordinari per risparmiare 30 euro…".

Avrebbe inviato “somme di denaro in favore di soggetti di origine siriana”.

"Mandava 50 euro a una famiglia in Siria dopo la guerra. E sa una cosa?".

No.

"Lo avevano già arrestato a dicembre, ma non si è mai capito con quali accuse, tanto che avevano dovuto rilasciarlo subito".

Perché “accanirsi” allora?

"In Italia ormai si ragiona come per il tifo per le squadra di calcio: se tu sei della Juve e io dell’Inter ci attacchiamo e ce ne diciamo di tutti i colori, poi alla sera però tutto finisce. Ho incontrato il suo avvocato, non hanno in mano niente. Gli hanno sequestrato un tablet e due telefonini: un Samsung e un vecchio modello di Nokia rigenerato senza nemmeno la Sim…".

Pregiudizi?

"È incredibile, sono in Italia dal 2001, dal 2016 ho la cittadinanza e non ho mai visto nulla di simile… Viveva solo per la sua famiglia. Non è un like che può cambiare il mondo".