TBC a Monza: caos in aula per il clandestino

Un marocchino di 44 anni, sospetto malato di tubercolosi, è stato arrestato per violazione della legge sull'immigrazione. Portato in Tribunale, ha patteggiato una pena di 8 mesi senza sospensione condizionale. Si sarebbe potuto evitare con un'udienza da remoto.

Il clandestino forse ha la Tbc. Caos in Aula
Il clandestino forse ha la Tbc. Caos in Aula

Arrestato per avere violato la normativa sull’immigrazione, si scopre che è un caso sospetto di tubercolosi, ma viene portato comunque per il processo per direttissima, con la sola protezione della mascherina da indossare lui e i suoi accompagnatori, in Tribunale, dove patteggia e viene rimesso in libertà. Destinazione, si spera, ospedale, in attesa dell’espulsione. Un’udienza da remoto, come quelle che ai tempi del Covid obbligatoriamente anche al Palazzo di giustizia di piazza Garibaldi erano costretti a celebrare, sarebbe stata una scelta migliore per un marocchino 44enne senza fissa dimora arrestato dopo avere scoperto che aveva violato la legge contro l’immigrazione clandestina. Lo hanno sostenuto con forza il giudice, il vice procuratore onorario e pure l’avvocato d’ufficio all’arrestato quando se lo sono visti arrivare in aula ieri mattina. Lui indossava la mascherina di protezione e pure le persone che lo accompagnavano. Le parti del processo sono state concordi nel ritenere che il magistrato di turno in Procura oppure le forze dell’ordine o di sorveglianza che hanno custodito l’arrestato per la notte ben avrebbero potuto proporre di celebrare una di quelle udienze in videoconferenza di cui si è persino abusato durante la pandemia. Per evitare che il sospetto malato di tubercolosi potesse rischiare di trasformarsi in un ‘untore’.

Alla fine si è deciso per un processo lampo, con patteggiamento della pena di 8 mesi, senza sospensione condizionale perché il 44enne ha numerosi precedenti penal.

S.T.