Monza, stop all’officina abusiva: rovinato terreno agricolo. Padre e figlio a processo

Parcheggio di autocarri e meccanico in via Offelera in una zona destinata a ospitare un parco intercomunale e piste ciclabili. Sos inquinamento.

Stop all’officina ausiva  Padre e figlio a processo  Deposito di tir e non solo:  rovinato terreno agricolo

Stop all’officina ausiva Padre e figlio a processo Deposito di tir e non solo: rovinato terreno agricolo

di Stefania Totaro

Alla sbarra padre e figlio per i presunti abusi edilizi e ambientali nell’area agricola di via della Offelera. L’accusa è di avere trasformato illecitamente in area produttiva con un deposito e officina per i camion della loro ditta di trasporti 8mila metri quadrati dei 36mila complessivi acquistati all’asta giudiziaria per 50mila euro nella zona al confine con Agrate Brianza, Brugherio e Concorezzo destinata a parco intercomunale e pista ciclabile.

Nel 2019 il terreno in via della Offelera è stato posto sotto sequestro preventivo dalla polizia locale su ordine del gip del Tribunale di Monza e ora Salvatore F., 53 anni e il figlio Angelo, 31 anni, entrambi residenti a Bellusco, amministratori di diritto e di fatto della società con sede a Brugherio, sono imputati al Tribunale di Monza per una serie di reati che vanno dall’abuso edilizio ai rifiuti speciali, al disturbo della quiete (per il passaggio di un centinaio di mezzi pesanti ogni giorno), alla violazione dei sigilli, che la polizia locale aveva messo all’area nel febbraio 2019. Al processo, che si è aperto davanti al giudice Carlo Ottone De Marchi e che entrerà nel vivo nella prossima udienza fissata a novembre, si è costituita parte civile Legambiente Monza. Nel deposito, dove erano stati costruiti anche due capanni, c’era anche un distributore di carburante per i mezzi ad uso aziendale ed erano presenti decine di pneumatici per la manutenzione dei camion. A fare partire le indagini della squadra di polizia giudiziaria specializzata in tutela ambientale della Procura di Monza, coordinata dalla pm Cinzia Citterio, le denunce presentate dai cittadini del quartiere Sant’Albino che vedevano il polmone verde disboscarsi giorno per giorno e lamentavano i rumori di accensione dei mezzi all’alba, al quale si aggiungevano i miasmi generati dall’accensione dei motori soprattutto nella stagione estiva, quando gli inquilini lasciavano le finestre aperte. Della questione si era interessata anche Legambiente ma, secondo l’accusa, i titolari della ditta di trasporti hanno continuato imperterriti a fare sparire gli orti presenti da 20 anni sul loro terreno e anche a depistare le indagini, girando le telecamere presenti sul posto per farsi beffe degli inquirenti. "Un atteggiamento del tutto indifferente" di fronte alle segnalazioni e agli interventi è quello segnalato nei confronti di padre e figlio dal gip monzese nella sua ordinanza che aveva disposto il sequestro preventivo dell’area, da cui tutti i mezzi pesanti e le vetture presenti erano stati fatti sgomberare. Nel maggio 2021 erano arrivate le ruspe a demolire le baracche abusive e abbandonate a Monza, alcune anche sui terreni poi divenuti nel 2020 di proprietà del Comune di Monza. La normativa prevede infatti che, quando il privato non ottempera nei tempi previsti a un’ordinanza dirigenziale di demolizione di opere abusive che insistono su un terreno con destinazione urbanistica non compatibile, l’immobile diventa di proprietà dell’Ente. Un intervento realizzato dal privato proprietario dell’area.

"Questo rimessaggio per autocarri pesanti avrebbe potuto creare pesanti danni ambientali quali inquinamento da idrocarburi del suolo e delle falde acquifere, inquinamento atmosferico e acustico da parte degli automezzi, insicurezza stradale viste le ridotte dimensioni di via della Offelera e del suo incrocio su via Adda", sostiene Legambiente Monza.