DARIO CRIPPA
Cronaca

Stefano Conti libero, l’avvocato Vincenzo Randazzo: “Dalla richiesta di 30 anni all’assoluzione piena. Ora aspettiamo la Corte di Strasburgo”

“La chiamata mi è arrivata in piena notte, alle 2… ci ho messo un po’ a rispondere e le prime parole sono state: ma ti rendi conto!”

Stefano Conti, 40 anni, prima del carcere

Stefano Conti, 40 anni, prima del carcere

Varedo (Monza e Brianza), 7 marzo 2025 –  “La chiamata mi è arrivata in piena notte, alle 2… ci ho messo un po’ a rispondere e le prime parole sono state: ‘ma ti rendi conto! Assoluzione piena, non so nemmeno se essere felice o incazzato per tutto quello che mi è stato fatto patire”.  L’avvocato Vincenzo Randazzo dall’Italia non sta più nella pelle.

Stefano Conti, il broker brianzolo di 40 anni detenuto per 423 giorni in uno dei carceri più duri del mondo, la prigione de La Joia a Panama con l’accusa di tratta di persone a scopi sessuali, è stato assolto.

Con formula piena. La sentenza era prevista per giovedì, ma a sorpresa il Tribunale di Panama, dopo un processo cominciato il 12 febbraio, ha anticipato tutti e ieri alle 20 ora di Panama ha assolto l’imputato con formula piena.

Stefano Conti era stato arrestato due anni e mezzo fa e rinchiuso in mezzo a topi scarafaggi, sanguisughe, aveva assistito a 4 omicidi e innumerevoli scontri e ferimenti all’interno di un carcere da 5mila detenuti terra di nessuno, in condizioni igieniche e sanitarie precarie, senza acqua se non un’ora al giorno.

Ottenuti lo scorso novembre gli arresti domiciliari, aveva vissuto nell’angoscia di una richiesta dell’accusa di 30 anni di reclusione per aver obbligato sei ragazze a prostituirsi. Accuse rigettate in aule dalle stesse presunte vittime, che avevano accusato la polizia panamense di averle costrette con la forza ad accusarlo.

Intanto Conti teneva aperti canali sul web in cui aggiornava di continuo tutti i suoi amici e sostenitori di quanto accadeva, mentre il Tribunale di Panama gli aveva offerto di patteggiare a pene sempre più basse, che lui aveva sempre rifiutato, pur sapendo che in caso di condanna avrebbe rischiato davvero grosso. Ieri sera, l’assoluzione.

“Siamo passati da 30 anni a 0 – commenta ancora l’avvocato Randazzo -, sono felice soprattutto dal punto di vista umano oltre che professionale. Ora vediamo cosa deciderà la Corte di Strasburgo, a cui ci eravamo rivolti per denunciare la situazione, il fatto che ci fosse un cittadino europeo detenuto in condizioni degradanti e disumane. Ora Stefano è un uomo libero, si sta organizzando, compiute tutte le formalità di rito, per tornare a casa”.