BARBARA CALDEROLA
Cronaca

St, la rabbia dopo l’ok al bilancio. Ad Agrate la tensione è alle stelle: “A noi i tagli, a loro i dividendi”

Rsu di via Olivetti sul piede di guerra dopo l’approvazione della cedola da distribuire agli azionisti. Una manovra da 300 milioni. I metalmeccanici: la strategia del Ministero non sta portando risultati

St, la rabbia dopo l’ok al bilancio. Ad Agrate la tensione è alle stelle: “A noi i tagli, a loro i dividendi”

St, la rabbia dopo l’ok al bilancio. Ad Agrate la tensione è alle stelle: “A noi i tagli, a loro i dividendi”

"A loro i dividendi, a noi gli esuberi". Sale la tensione tra i lavoratori di St dopo l’approvazione della cedola di 0,36 dollari da distribuire agli azionisti. L’Rsu del colosso del chip parla di scelta "inopportuna". "È una manovra da 300 milioni – spiegano i delegati sindacali – mentre si fa pagare il calo di fatturato ai lavoratori con un piano di ristrutturazione che prevede 2.800 licenziamenti fra Italia e Francia con un peso grave su Agrate, dove i tagli saranno più di un terzo del totale". I metalmeccanici stigmatizzano anche "l’approvazione della manleva, lo scudo legale per i vertici aziendali, protagonisti della situazione economica del Gruppo".

"Siamo preoccupati anche – aggiungono - per la strategia del ministero dell’Economia, azionista della multinazionale italo-francese, che a oggi non ha portato i risultati sperati". Cioè, il ritiro della dieta che finirebbe con ridimensionare il ruolo del polo produttivo brianzolo, per la prima volta nella sua storia. I manager hanno messo sul piatto per via Olivetti la dismissione delle linee a 8 pollici, a favore del 300 millimetri con relativa perdita di personale.

Uno scenario bocciato senza appello anche dalla Regione che da aprile, dopo la presentazione delle prospettive al Mimit, chiede "profondi correttivi". Una battaglia che è riuscita a mettere d’accordo maggioranza e opposizione al Pirellone, dove martedì è stata votata all’unanimità una mozione proposta dal Pd sulla crisi dell’azienda dei semiconduttori. Al centro, la tutela dell’occupazione in Brianza e del sito con la richiesta di investimenti e tecnologici che rendano lo stabilimento di via Olivetti un unicum all’interno del Gruppo. Richieste accompagnate da un primo sciopero il 21 maggio, finito con un’adesione di più dell’80%. E ora, i dipendenti sarebbero pronti a scendere di nuovo in piazza. La prima volta in corteo con famiglie al seguito hanno bloccato la rotonda dell’A4, "l’unico modo per salvare il nostro posto e il nostro futuro". Da qui, "passa il destino della microelettronica in Italia", settore strategico sul quale anche la Regione chiede un piano che riconosca alla Lombardia un ruolo di peso. Soprattutto in relazione agli investimenti previsti a Catania e relative assunzioni, "mentre ad Agrate dovremmo pagare il prezzo degli errori della dirigenza".