STEFANIA TOTARO
Cronaca

Scandalo tangenti a Usmate. I giudici negano la libertà all’ex geometra di Berlusconi

Francesco Calogero Magnano resta ai domiciliari, revocati invece all’immobiliarista Luigi Roncalli. Ancora in sospeso la richiesta al Riesame per il dissequestro dell’intero capitale delle sue società.

Scandalo tangenti a Usmate. I giudici negano la libertà all’ex geometra di Berlusconi

Scandalo tangenti a Usmate. I giudici negano la libertà all’ex geometra di Berlusconi

Resta agli arresti domiciliari l’ex geometra di Berlusconi, coinvolto nell’inchiesta per concorso in corruzione sull’urbanistica al Comune di Usmate Velate che vede al centro l’ex capo dell’ufficio tecnico Antonio Colombo. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano per Francesco Calogero Magnano (nella foto), 75enne originario della provincia di Reggio Calabria ma da decenni residente a Macherio, che aveva dato mandato alla sua avvocata, Roberta Minotti, di rivolgersi ai giudici della libertà per vedersi annullare o modificare l’ordinanza di custodia cautelare. Ora Magnano attende l’esito del ricorso al Tribunale del Riesame di Monza contro il sequestro patrimoniale preventivo dell’intero capitale delle due società a lui riconducibili, compreso l’intero patrimonio aziendale con le eventuali proprietà immobiliari e mobiliari. "Non ho mai pagato una tangente, sono incensurato e questa inchiesta rischia di provocare gravi danni alla mia attività professionale", ha detto Magnano sdegnato all’interrogatorio di garanzia davanti alla giudice per le indagini preliminari Angela Colella firmataria dell’ordinanza cautelare chiesta dal pm della Procura Carlo Cinque che ha portato a 9 arresti, 3 in carcere e gli altri ai domiciliari.

Il primo a ricorrere al Riesame è stato l’avvocato Davide Steccanella che difende l’immobiliarista lecchese Luigi Roncalli a cui sono stati revocati i domiciliari. Poi ha ottenuto la scarcerazione e la concessione degli arresti domiciliari l’immobiliarista Alberto Riva, figlio del sindaco di Vimercate degli anni Settanta Ezio Riva. Ora in agenda per giugno le udienze di discussione dei ricorsi in appello presentati dal funzionario pubblico e dall’imprenditrice Ancilla Cantù. Questi indagati avevano presentato istanza di modifica della misura di custodia cautelare, osteggiata dalla Procura e respinta dalla giudice, secondo cui a rendere ancora necessaria la misura cautelare sarebbero il pericolo di inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. Considerazioni motivate però con argomentazioni solo teoriche e non legate alle reali situazioni degli indagati, sostengono invece i legali, che si stanno armando per combattere a colpi di ricorsi, dagli esiti però non sempre rispondenti a quelli sperati.