Salvato il braccio a una paziente di 36 anni: la nuova tecnica del San Gerardo di Monza

L’intervento è durato quattro ore: la donna presentava un’anomalia rara e complessa che ha coinvolto gli specialisti di chirurgia toracica, vascolare e plastica

L'ingresso dell'ospedale San Gerardo di Monza

L'ingresso dell'ospedale San Gerardo di Monza

Monza, 23 febbraio 2024 – Avrebbe rischiato di perdere il braccio ma un’operazione delicata e all'avanguardia da parte di un team di specialisti del San Gerardo di Monza ha evitato la perdita dell’arto superiore sinistro.

Una 36enne è stata operata per una malformazione congenita del collo e del torace che le aveva causato gravi problemi alla vascolarizzazione dell’arto superiore sinistro ma il team chirurgico multidisciplinare della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori ha scongiurato la perdita del braccio.

La diagnosi anomala e rara

La giovane paziente si era già presentata in pronto soccorso a seguito del protrarsi di sintomi a carico dell’arto superiore: aveva infatti improvvisamente perso la forza dell’arto, con gravi ricadute sulla vita professionale e quotidiana.

Gli esami avevano diagnosticato una rara malformazione che consiste in una costa cervicale (o soprannumeraria) che, nel suo decorso, portandosi ad articolare con la prima costa, aveva creato una specie di “pinza”.

In questo modo i vasi succlavi, in particolare l’arteria, erano rimasti intrappolati e avevano creato un danno anatomico sull’arteria.

Non solo: nell’ambito della rarità dell’anomalia riscontrata, la paziente presentava la variante più rara e complessa, perché non sarebbe stato sufficiente risolvere il problema dal collo ma risultava necessario affrontarlo dal torace.

L’operazione chirurgica: quattro ore e quattro chirurghi 

Gli specialisti hanno quindi studiato la soluzione: bisognava recidere la costa soprannumeraria e la prima costa “normale” e ricostruire l’arteria succlavia danneggiata dall’anatomia anormale della paziente, il tutto però preservando i nervi del collo e del braccio.

La complessità del quadro clinico ha richiesto in sala operatoria la collaborazione dei tre direttori delle strutture complesse di Chirurgia Toracica, Chirurgia Vascolare e Chirurgia Plastica: il delicato intervento ha richiesto l’accesso al collo e al torace della paziente attraverso un approccio chirurgico, modificato dai chirurghi durante l’intervento per le specificità anatomiche della paziente.

Sono stati poi isolati e messi in sicurezza tutti i nervi del braccio, asportati la costa soprannumeraria e la prima costa – che costituivano la “trappola” in cui i vasi succlavi erano rimasti incastrati. Infine si sono recisi e ricostruiti con protesi i tratti dell’arteria succlavia danneggiata.

La riuscita dell’intervento e le dimissioni della paziente

Il prof. Francesco Petrella (Chirurgia Toracica), il dott. Vittorio Segramora (Chirurgia

Vascolare) e il dott. Massimo Del Bene (Chirurgia Plastica), insieme alla dott.ssa Manuela Milan (anestesista) hanno condotto un intervento durato circa 4 ore alternandosi nelle più delicate fasi di propria competenza e riuscendo a salvare l’arto superiore della giovane paziente che, dopo una settimana, è stata dimessa ed oggi è tornata alla sua vita quotidiana.