Il primo gol dell’anno di Vincenzo Plescia (foto) regala al Renate la quarta vittoria stagionale consecutiva, il quarto 1-0 e, ovviamente, la testa della classifica del girone A di Serie C. Migliore inizio non poteva esserci. Chi avrebbe scommesso un solo centesimo su questo Renate così vincente, così cinico, così solido e compatto? La strada è ancora lunga, anche 12 mesi fa l’approccio con Massimo Pavanel in panchina fu comunque positivo (non in queste proporzioni, ovviamente), poi sappiamo come sono andate le cose, ma la sensazione è che in alta Brianza oggi si respiri un’aria completamente diversa. Il tempo (e il campo) ci dirà tutto. Intanto a Renate ci si gode un altro weekend da primi della classe. Plescia appunto, lo avevamo chiamato qualche giorno fa riferendoci alla mancanza di gol delle punte che forse era l’unico neo di questo straordinario inizio e il 26enne palermitano ha risposto con una grande prestazione contro la Giana e solo il palo nel secondo tempo, giocato dai nerazzurri per intero in superiorità numerica, gli ha negato la gioia della doppietta.
"I risultati mi interessano relativamente poco, se non per il fatto che fanno classifica. I punti ci serviranno più in là per raggiungere l’obiettivo che adesso non so quale possa essere" ha detto Foschi nel dopo-gara. "Siamo contenti dei risultati, ma soprattutto della crescita della squadra, del gruppo che si è formato, dello spirito di sacrificio che in questo campionato non deve mai mancare". Il segreto di questo Renate capolista imbattuto? Lo rivela Foschi: "Chiunque entra in campo non fa rimpiangere chi deve stare fuori. Un concetto che ribadisco quotidianamente è che non dobbiamo pensare a chi gioca e chi non gioca, ma questo è un gruppo che deve continuare a guardare avanti. Dove? Se l’obiettivo è la salvezza, va bene, se c’è qualcosa di più ancora meglio e dobbiamo essere bravi a coglierlo al volo". Tornando sulla partita di venerdì con la Giana il tecnico di Albano Laziale spiega il perché dei soli due cambi. "Non sono un allenatore che li fa perché è obbligato a farli. Non è perché ce ne sono cinque a disposizione allora devo farli tutti. La squadra aveva un equilibrio, era giusta, stava facendo bene. Non aveva senso andare a toccare qualcosa che stava funzionando. Dipende dalla partita. Questa mi stava dicendo che eravamo compatti, eravamo messi bene. Ho tolto solo quelli che avevano speso e inserito forze fresche".