
Angela Galbiati
Biassono (Monza Brianza), 8 Luglio 2025 - Nel giugno dell'anno scorso, insieme al fratellastro e ad un terzo complice, aveva preso di mira di notte le abitazioni in via Volta a Biassono, con un tentativo di rapina e altre due portate a termine, l'ultima in casa di Angela Galbiati, capogruppo in Consiglio comunale della lista di minoranza Biassono Civica, che aveva rischiato di venire soffocata con un cuscino nella sua camera da letto.
Per un 30enne cileno, con problemi di droga e precedenti penali, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Elena Sechi ha accolto un patteggiamento della pena a 5 anni di reclusione e 2200 euro di multa per il violento assalto ad Angela Galbiati.
Per lui un altro gup monzese aveva già aggiunto 2 mesi di reclusione ad una precedente condanna a 3 anni e 9 mesi per le altre rapine di quella notte, per cui il complice 35enne, che ha un altro cognome perché figlio di stessa madre ma di padre diverso, è stato invece condannato con il rito abbreviato a 4 anni e mezzo di reclusione.
In quel procedimento è riuscita a vedersi riconosciuto il diritto ad un risarcimento dei danni la consigliera comunale biassonese, costituita parte civile con l'avvocata Anna Casiraghi, ottenendo una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro. Per queste condanne gli imputati, entrambi ancora detenuti in carcere dall'arresto, hanno già presentato ricorso in appello.
Con i due fratellastri è accusato anche un terzo complice identificato in un momento successivo e che verrà giudicato separatamente per tutte le rapine. Angela Galbiati non ha più riavuto indietro i monili in oro del valore di diverse migliaia di euro che le sono stati sottratti e la notte della rapina è stata salvata dal suo coraggio di urlare ripetutamente, permettendo così l'intervento del fratello e del figlio.
“Ero andata a dormire presto e mi sono risvegliata con tre uomini in camera con il volto coperto dal passamontagna – ha raccontato Angela Galbiati – Mi sono messa a gridare, ma subito uno dei malviventi mi ha tappato la bocca con la mano. Ho cercato di ribellarmi in ogni modo, anche con graffi e scalciando.
Appena ha mollato la presa mi sono messa a gridare di nuovo, ma mi ha subito coperto il viso con il cuscino, premendo per immobilizzarmi". Nel frattempo però le sue urla avevano fatto scattare l'allarme e i rapinatori erano fuggiti. In breve tempo i carabinieri erano riusciti ad identificare il 30enne cileno, il primo a venire arrestato e poco dopo era stata la volta degli altri due complici.