STEFANIA TOTARO
Cronaca

Protesi sospette, l’ex ad Ceraver: "Mai incontrato Manzini"

"Io non ho mai incontrato personalmente né Claudio Manzini né gli altri chirurghi ortopedici. I rapporti con loro erano gestiti...

Il processo al Tribunale di Monza sulle protesi sospette continuerà i testimoni chiamati dalla difesa

Il processo al Tribunale di Monza sulle protesi sospette continuerà i testimoni chiamati dalla difesa

"Io non ho mai incontrato personalmente né Claudio Manzini né gli altri chirurghi ortopedici. I rapporti con loro erano gestiti dal responsabile commerciale per l’Italia Denis Panìco. Io non ho neanche firmato i contratti, anche se ho dovuto autorizzare alcune spese a loro favore, corrisposte per i vantaggi che noi avevamo dal loro lavoro". A parlare, ieri davanti ai giudici del Tribunale di Monza, Philippe Cuisset, amministratore delegato ora in pensione della Ceraver, società francese fornitrice di protesi ora al centro di un processo per corruzione. Lui e altri due dirigenti connazionali sono imputati perché accusati di essere stati i promotori e organizzatori insieme a Panìco e all’ex responsabile commerciale Ceraver per la Lombardia Marco Camnasio. Gli ex chirurghi ortopedici del Policlinico di Monza Marco Valadè e Fabio Bestetti, insieme a Denis Panìco, hanno già patteggiato pene tra 2 anni e 8 mesi e 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Adesso alla sbarra si trovano i tre dirigenti Ceraver, Camnasio e il chirurgo ortopedico in servizio alla clinica Zucchi di Monza, Claudio Manzini, lui nella fattispecie meno grave di “corruzione nell’esercizio di una funzione” relativamente all’uso delle protesi (che sarebbero state utilizzate soltanto se di reale utilità per il tipo di disturbo ortopedico dei pazienti), mentre è accusato di aver agito per “atti contrari ai doveri d’ufficio” nel prestare sé e il suo staff per le visite negli ambulatori di medici compiacenti anche fuori dalla Lombardia. A svolgere le indagini la Guardia di Finanza di Milano, coordinata dalla procuratrice aggiunta monzese Manuela Massenz, che ora rappresenta anche la pubblica accusa al dibattimento. Philippe Cuisset, 64 anni, da un anno in pensione, è l’unico e il più giovane dei dirigenti francesi a essere venuto a Monza per rendere interrogatorio, con l’ausilio di un interprete in lingua francese. Claudio Manzini, che non si è mai presentato in aula, ha fatto sapere dai suoi legali sin dall’inizio del processo che non si sarebbe sottoposto alle domande delle parti. Ora si passa quindi ai testimoni della difesa.

S.T.