
Monza, la ragazza era costretta a prostituirsi da una connazionale che minacciava la sua famiglia
Monza, 30 Giugno 2023 - “Mi ha chiesto aiuto per sfuggire alla ‘madame’ che la obbligava a prostituirsi e io l’ho ospitata a casa mia, le ho comprato un telefono cellulare per sentire la sua famiglia in Nigeria e poi l'ho fatta mettere in contatto con un'associazione che le ha fatto presentare la denuncia e le ha trovato un posto sicuro dove riprendere la sua vita".
Michele, brianzolo di 55 anni, è l'eroe che ha salvato dalla strada A., una nigeriana ora 31enne ridotta in schiavitù e costretta a vendersi sulle strade monzesi dopo il "viaggio della speranza" che avrebbe dovuto portarla in Spagna per lavorare come parrucchiera.
Ora A. si è costituita parte civile al processo davanti alla Corte di Assise di Monza che vede imputata una connazionale 25enne, Kate A., che risultava latitante ma ora si è scoperto essere residente in Germania, dove le è stato notificato l'inizio del processo a suo carico.
I fatti contestati risalgono al 2016. Secondo l'accusa la giovane, convinta a lasciare la Nigeria per trovare un lavoro e aiutare a mantenere la sua famiglia, dopo un lungo viaggio in cui aveva già subìto violenze, era finita nelle grinfie della connazionale, che la teneva segregata in un appartamento minacciandola di fare del male a sè e ai suoi familiari, la costringeva a dormire sul pavimento, a fare le pulizie e cucinare, lasciandola senza soldi e senza la possibilità di chiedere aiuto perché le aveva distrutto la sim del telefono cellulare.
Uno "stato di soggezione continuativo" allo scopo di "sottometterla e piegarne la volontà" che aveva lo scopo di indurla a prostituirsi con la scusa di dover ripagare i 35mila euro per il viaggio. Nel settembre 2016 la ragazza era arrivata a Monza dopo essere partita dalla Nigeria, sbarcata a Trapani e poi trasferita in un appartamento a Sorisole nella Bergamasca.
Fin da subito la 25enne aveva capito che la connazionale non le avrebbe trovato un posto da parrucchiera e che per evitare ripercussioni sulla sua famiglia, con la minacci della magia nera, l'unica cosa che poteva fare per saldare il suo debito era prostituirsi a Monza.
Ma alla fine del 2016 A. ha incontrato l'angelo brianzolo che l'ha salvata, dopo essersi fermato in auto perché l’aguzzina della giovane la stava picchiando. “Michele si è offerto di aiutarmi - ha raccontato A. - Quando chiamavo mia mamma in Nigeria piangeva e diceva di tornare da Kate che li minacciava, ma io non l'ho mai fatto". A. si è invece fidata di chi ha voluto aiutarla e ha sporto denuncia ai poliziotti di Monza, che hanno identificato la 'madame', ora difesa da un legale nominato d'ufficio e pare non intenzionata a presentarsi al processo. Ad ottobre la sentenza.