
La sindaca di Lissone Laura Borella è anche un’avvocata: «È una salvezza per il municipio, che ci consente di poter ora lavorare con maggiore serenità»
I terreni resteranno a verde e il Comune non dovrà più fronteggiare una richiesta milionaria di danni. Ci sono voluti anni ma ora l’Amministrazione può tirare il fiato: il Consiglio di Stato ha dato ragione al municipio nella causa che lo vedeva contrapposto alla Vefer, storica azienda lissonese leader nel settore della produzione e lavorazione di poliuretani espansi, attiva in tutto il mondo.
Sulla testa del Comune pendeva la spada di Damocle di una richiesta risarcitoria di oltre 21 milioni di euro, dopo che il Tar della Lombardia nel 2021 aveva accolto il ricorso presentato dall’azienda per inadempimento da parte dell’amministrazione rispetto ai contenuti di una convenzione urbanistica sottoscritta nel luglio 2004 tra la Vefer e il municipio. Oggetto del contendere, il destino di un’area tra via Toti e via Santa Margherita, accanto a dove oggi ci sono i cantieri di Pedemontana. Quei terreni, che inizialmente avrebbero dovuto ospitare capannoni industriali per ampliare gli spazi produttivi dell’impresa, avevano visto cambiare nel 2004 la destinazione da parte del Comune in residenziale, con la previsione di farci edificare, dopo vari passaggi di progetto, palazzi e torri da 10 piani. Nel 2012 lì era stato quindi previsto un Ambito di Trasformazione, ma poi nel 2013 la nuova Amministrazione, con una variante al Pgt, aveva stoppato tutto e trasformato le aree in agricole, per vincolarle a verde e scongiurare un ulteriore consumo di suolo. Da qui, nel 2014, la causa davanti al Tar con la richiesta di indennizzo da parte dell’azienda e della società finanziaria Sofim, proprietaria delle aree. Il Tar aveva dato ragione alla Vefer, ma ora, in appello, il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza e accettato le tesi difensive del Comune, scongiurando così il maxi risarcimento.
"È un risultato molto importante, perché il Comune non deve più un risarcimento ultramilionario né dovrà sacrificare aree verdi – spiega la sindaca Laura Borella –. È una salvezza per il municipio, che ci consente di poter ora lavorare con maggiore serenità. Se fosse stata confermata la sentenza del Tar per il Comune sarebbe stato il dissesto economico: accantonare una cifra come 21 milioni per noi era impossibile". "Quando mi sono insediata nel 2022 – sottolinea Borella – si stava valutando la possibilità di una transazione con la Vefer, ma non era accettabile: abbiamo deciso di continuare a resistere in giudizio, cambiando la difesa e valorizzando elementi non adeguatamente posti prima all’attenzione dei giudici. E ora abbiamo vinto". A dare ragione al Comune una serie di motivazioni tecniche. "Abbiamo valorizzato i fatti, li abbiamo sottoposti al giudice con dovizia di particolari e riportato a una dimensione di trasparenza i comportamenti del Comune", dice l’avvocata Federica Giazzi, che ha assistito il municipio.