Desio, ecco le macerie del Ponte Morandi

Scaricati nella cava Farina venti camion in arrivo da Genova

La cava Farina a Desio

La cava Farina a Desio

Desio (Monza Brianza), 14 agosto 2019 - Genova-Desio, solo andata. Proprio qui, in Brianza, stanno arrivando le prime macerie del Ponte Morandi. Una ventina di camion, nei giorni scorsi, ha già percorso i circa 180 chilometri che separano il luogo della tragedia – avvenuta esattamente un anno fa, con 43 morti e oltre 250 feriti - dalla Cava Farina, scelta come meta dove seppellire quel che resta della “maledetta” infrastruttura.

La conferma arriva da Giuseppina Farina, una delle tre sorelle che gestisce l’immenso cratere di via Gaetana Agnesi, appena prima del forno inceneritore: «Si tratta di un primo lotto, parziale, di macerie – spiega la titolare della Farina Ezio srl, con ormai mezzo secolo di vita -. Quelle che creavano intralcio ai lavori preliminari per la ricostruzione e quindi c’era urgenza di rimozione. Altri 30 camion arriveranno quando riapriremo, tra una decina di giorni. Poi si vedrà». L'iter è stato piuttosto lungo e complesso, anche perché i controlli che l’azienda desiana fa eseguire nei suoi laboratori, prima di permettere l’ingresso dei materiali da smaltire, sono rigorosi, certosini, incrociati. E c’è stato un piccolo giallo da risolvere sulla presenza di amianto nel cemento o, meglio, sulla sua quantità e, di conseguenza, sull’eventuale pericolosità: «Prima ci aveva contattato l’azienda che ha fatto la demolizione – ripercorre l’iter Giuseppina Farina -, ma si era arenato tutto. Poi si è presentato chi ha vinto l’appalto per la ricostruzione, che aveva delle macerie urgenti da rimuovereale. Il nodo si è creato quando un tecnico dell’Asl di Genova ha fatto una relazione in cui definiva pericolosi i rifiuti, in quanto contenenti amianto. Allora il Ministero ha valutato lo smaltimento in Germania, con costi però esorbitanti».

Ma ulteriori analisi hanno cambiato la prospettiva: «Dal Ministero hanno dato l’ok allo smaltimento come comuni macerie non pericolose – spiega Farina -, come hanno confermato tanti addetti ai lavori. Bisogna capire una volta per tutte che l’amianto è un elemento naturale presente nelle montagne: è pericoloso solo quando triturato, lavorato e respirato a lungo, altrimenti non lo è affatto. È ora di finirla con il “terrorismo” su questo fronte: negli anni ‘60 era normale una presenza di amianto nel cemento, ma è in percentuale bassissima, e una volta che è impacchettato e sotterrato non è assolutamente né inquinante né pericoloso». L’azienda desiana, del resto, si è sempre contraddistinta per il rigore e l’attenzione all’ambiente. «Dopo il via libera del Ministero hanno ribussato alle nostre porte – racconta Farina -. Tutte le macerie che ci propongono, noi le sottoponiamo ad ulteriori analisi nei nostri laboratori: se rientrano tra i manufatti che possiamo ospitare, lo facciamo». La cava desiana sarebbe quella più comoda, sotto il punto di vista logistico, da Genova: «Il lavoro va a lotti – dice la titolare -. Credo che sul grosso delle macerie sia ancora tutto fermo. Noi siamo qui: se ci chiedono di accogliere le macerie, e risulteranno idonee, lo faremo».