STEFANIA TOTARO
Cronaca

Chiedeva buoni benzina e regali ai fornitori: ecco chi è il vigile del fuoco infedele arrestato dai carabinieri

Approfittava dl fatto di avere in gestione la piattaforma ministeriale. È finito nei guai assieme a un imprenditore colluso sulle forniture. Ai domiciliari anche la moglie e un altro commerciante di Brescia

Il pompiere gestiva le forniture

Il pompiere gestiva le forniture

Monza – Ha abusato del suo ruolo di vigile del fuoco addetto agli acquisti per l’ufficio automezzi per ottenere mazzette dai fornitori, ma anche regali come buoni benzina e catene da neve per le proprie auto, oltre che intascarsi beni del Comando provinciale di Monza dove prestava servizio.

Enrico Celestino Vergani, 57 anni, di Carate Brianza, è finito in carcere ieri insieme all’imprenditore Sergio Fortini, 54 anni, di Manerba del Garda, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Desio e dai colleghi di Brescia che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Monza Andrea Giudici.

Agli arresti domiciliari sono andati invece un altro imprenditore di Giussano, Martino Longoni, 54 anni e la moglie del vigile del fuoco, Mariangela Braggiato, 54 anni, indagata di riciclaggio per avere speso 30mila euro ben consapevole, secondo gli inquirenti, che erano soldi provento delle attività illecite del coniuge. Gli altri sono accusati invece a vario titolo di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa, commessi dal luglio 2021 al marzo 2023.

A permettere a Enrico Vergani di fare il bello e il cattivo tempo con i fornitori è stato il fatto di essere il gestore della piattaforma ministeriale che permette di ricorrere alla trattativa privata per l’acquisto di merci per importi di minore entità. Il vigile del fuoco ci ha provato nell’ottobre 2022 con Alberto Sala, titolare di una ferramenta a Desio. Gli ha proposto di consegnargli 6mila euro per un contratto di fornitura di materiale da 10mila euro, prospettandogli prima di non ritirare merce per quasi 4mila euro, tanto la pubblica amministrazione avrebbe comunque saldato per intero la fattura già emessa. Poi di stipulare un altro contratto da 15mila euro ritirando merce per soli 12mila. Alle rimostranze del Sala, Vergani lo avrebbe pure minacciato di tagliarlo fuori dalla lista dei fornitori. Spingendolo a presentarsi dai carabinieri.

Dall’imprenditore bresciano il vigile del fuoco si era fatto promettere 10mila euro per aggiudicargli la procedura della permuta di una serie di mezzi di servizio, consegnandogli 1.000 euro alla consegna della prima autogru. Dal gommista di Giussano il vigile del fuoco avrebbe invece accettato regali come tessere carburante per un valore di 3mila euro e catene da neve per le proprie auto, facendole saltare fuori da un preventivo a favore del Comando provinciale monzese da 1.700 euro. Ma si era fatto anche consegnare 6mila euro a fronte di un contratto da 15mila euro per la sostituzione delle gomme di alcuni mezzi delle Fiamme gialle.

Il pompiere è anche accusato di peculato per essersi appropriato di 20 batterie al litio e alcuni banchi da lavoro che aveva acquistato per il Comando tramite la piattaforma ma che, secondo l’accusa, avrebbe fatto sparire prima della consegna, che per alcune merci seguiva lui personalmente. Oltre che a intascarsi tessere carburante del valore di oltre 700 euro acquistate dalla Direzione regionale dei vigili del fuoco della Lombardia per rifornire di gasolio gli automezzi in occasione di trasferte fuori Regione.

I due arrestati accompagnati in carcere sono stati già sentiti dal gip per l’interrogatori di garanzia nelle case circondariali di Monza e Brescia e si sono avvalsi entrambi della facoltà di non rispondere. Oggi è la volta della moglie di Enrico Vergani e giovedì verrà sentito Martino Longoni. E non è escluso che nell’inchiesta finiscano anche altri indagati, i cui nomi potrebbero emergere dal proseguimento delle indagini dei militari brianzoli coordinati dalla Procura monzese.