MONICA GUZZI
Cronaca

Pedemontana, raffica di espropri tra Monza e Brianza: sono circa 50 i terreni sotto scacco

. La famiglia Mariani è al quarto esproprio: “Da quattordici anni viviamo nell’incertezza”

Desio, proteste per la notifica degli espropri per la costruzione della Pedemontana

DESIO – “Pedemontana, ti aspettiamo da 14 anni“. È lo striscione ironico e amaro con il quale ieri mattina Felice Mariani, titolare dell’omonima impresa di florovivaismo, ha accolto con i suoi figli l’arrivo del funzionario con la notifica dell’atto “d’immissione in possesso”, in pratica la formalizzazione dell’esproprio.

Nel giro di un paio di mesi la società Apl, che gestisce la costruzione della nuova autostrada lombarda, aprirà i cantieri delle tratte B2 e C (da Lentate sul Seveso a Vimercate): chi si trova sul tracciato dovrà andarsene. Solo ieri cinque squadre di tecnici di Pedemontana si sono mosse per notificare l’atto su una cinquantina di proprietà nella zona tra la Floricoltura Mariani e il Quagliodromo, anch’esso sotto la spada di Damocle dell’esproprio. I più si sono affidati agli avvocati. Dopo 14 anni di tira e molla sulle sorti dell’autostrada infinita, molti non si aspettavano più l’arrivo delle ruspe. Invece arriveranno: tra un paio di mesi con i sondaggi, poi da gennaio con i lavori veri e propri. Obiettivo, finire nel 2026, in tempo per le olimpiadi invernali Milano-Cortina.

La famiglia Mariani è al suo quarto esproprio. Un record cominciato negli anni Sessanta, con l’arrivo della Valassina. In origine infatti tutta l’attività era concentrata in quello che sarebbe poi diventato lo svincolo della Statale 36, in via Tagliabue a Desio. Oggi di quell’attività restano solo la casa di famiglia e la sede legale dell’attività avviata dal padre. Il resto è stato spostato in aperta campagna, a due passi dal Quagliodromo. "II primo esproprio risale agli anni Sessanta, quando fu costruita la Valassina – raccontava ieri Felice Mariani all’arrivo dei tecnici con la notifica –. Il secondo e il terzo sono arrivati con l’ampliamento e la desemaforizzazione della superstrada".

Di qui il trasloco della parte principale sulla nuova area di 7mila metri quadrati dell’attività, che dà lavoro all’intera famiglia e ad altri quattro dipendenti. "Siamo arrivati qui nel ’91 con tanti sacrifici – ancora Mariani –. Una zona verde alle spalle dell’ospedale, non sospettavamo che ci sarebbe passata un’autostrada. Non è facile andare via su due piedi. Abbiamo alberi piantati e il deposito delle coltivazioni che utilizziamo per costruire i giardini. Qui ci sono compost, piante, arbusti, oltre a una serra".

Su tutto questo per 14 anni è pesata l’incertezza: "Il mio fondo in origine era in un’area di rispetto, ho mandato un’osservazione, ma mi hanno risposto che andava messo a disposizione. Ora ci daranno 9 euro e 50 al metro, una miseria. Hanno calcolato come se fosse soltanto seminato, mentre noi abbiamo alberi con radici, strutture, api. E io non ho un altro fondo dove spostarmi, ci vuole un anno per prepararne un altro".

Mariani si è affidato a un legale, come lui molti altri proprietari degli appezzamenti della zona. Poco più in là ci sono le case. C’è chi in questi 14 anni si è ammalato per non aver potuto far costruire l’abitazione ai figli, chi ha dovuto prendere la decisione di spostare l’azienda e chi ha rischiato. E chi potrebbe vedere il sereno ma non riesce a fidarsi, come la signora Donatella: "Io e mio marito abbiamo ricevuto nel 2009 una raccomandata con la notizia che saremmo stati espropriati del giardino: 90 metri quadrati su 100. Due volte siamo andati a Pedemontana per saperne di più. E per più di 10 anni, fino al 2020, abbiamo vissuto nell’incertezza, fino a quando non siamo riusciti a venire in possesso dei progetti modificati nel 2018-2019. Dopo dieci anni di silenzio".

La signora Donatella è stata in questi anni una delle più attive nel manifestare il disagio degli espropriati. "Un mio vicino doveva abbattere la recinzione per spostarla di 50 centimetri. Una cosa assurda. Come cittadino scopri che non sei nessuno. Dopo anni di silenzio, ti dicono che devi liberare tutto da cose e persone. Ma chi deve lasciare la casa come può sentirsi?".