Un altro incontro pubblico per dire "no a Pedemontana". La protesta torna domani sera in sala consiliare ad Agrate, nel pubblico gli “espropriandi” toccati in prima persona dal percorso della nuova autostrada che negli ultimi mesi ha sollevato qualcosa più del malumore sul territorio. Una vera e propria corrente negativa che "nasce da dati concreti - spiega ancora una volta il sindaco Simone Sironi - l’impatto devastante che l’opera avrà sul territorio".
A guidare la fronda, i Comuni della zona, dieci in particolare uniti in cordata, ci sono anche Bellusco, Bernareggio, Burago, Caponago, Carnate, Cavenago, Ornago, Sulbiate e Vimercate. Insieme si sono rivolti a un avvocato per scrivere le osservazioni al progetto "con iter autorizzativo avviato a inizio agosto a uffici sguarniti", rincara il primo cittadino. "Infrastruttura inutile", aggiunge annunciando il parere negativo suo e dei colleghi sulla tratta “D breve”, che da un anno e mezzo ha tolto il sonno alla Silicon Valley brianzola e che aggancerà, correndo parallela, la Tangenziale Est a Usmate Velate e terminerà nella Teem. Pochi chilometri, "sufficienti a cancellare il corridoio ecologico, il Parco Pane, che abbiamo preservato in questi anni per le future generazioni". Le istituzioni hanno scelto un professionista "per far sentire la nostra voce", mentre comitati e attivisti proseguono la battaglia fra la gente. Due canali "ai quali la Regione non ha mai prestato orecchio", più volte sia Sironi che Francesco Cereda, alla guida di Vimercate, hanno sottolineato "l’assenza del nostro vero interlocutore" parlando del ruolo del Pirellone nella vicenda. "Uno studio della Provincia certifica che l’infrastruttura non risolverà i problemi della nostra viabilità: la Sp 2 Monza-Trezzo continuerà a essere un nodo e il nuovo ponte sull’Adda non c’è". A differenza dell’alternativa, "e cioè il potenziamento della Tangenziale, ma non viene preso in considerazione, nonostante il risparmio ambientale ed economico". Il Vimercatese sottolinea che "come scrive la Corte dei Conti il costo dell’autostrada è insostenibile e i forti investimenti pubblici non provano la fattibilità dell’operazione". Ma è per le conseguenze sul piano della qualità della vita che le amministrazioni sono angosciate, fa paura "la convivenza con quattro corsie per senso di marcia, 32 metri di larghezza, nel polmone che permette a tutta l’area di respirare".