BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Pedemontana, alta tensione tra espropri, negoziati e liti: vandalizzata l’auto del dg

Blitz a Macherio durante l’assemblea. "Però il dialogo non si deve perdere"

L'auto del direttore generale di Pedemontana con le fiancate rigate

L'auto del direttore generale di Pedemontana con le fiancate rigate

Vimercate (Monza), 19 novembre 2023 – Tracciati, diossina, espropri sono i filoni sui quali corre la tensione di Pedemontana in Brianza. L’ultimo duello, forse il più aspro, è con i sindaci del Vimercatese che non vogliono la "D breve", il nuovo percorso dell’ultimo pezzo di autostrada che corre parallelo alla tangenziale Est da Usmate fino ad agganciare Teem e A4 ad Agrate e che "trasformeranno intere frazioni in enormi svincoli".

Una manciata di chilometri che ha tolto il sonno a famiglie e amministratori che da mesi chiedono alla Regione di ripensarci. Pochi giorni fa l’ultimo incontro al Pirellone. "Questa variante sta in piedi sovrastimandone l’utilizzo – spiega Simone Sironi, sindaco di Agrate –. Sarebbe opportuno sospendere l’iter e far ripartire il dialogo con i territori per cercare soluzioni migliori e praticabili". Più a monte invece – tratta B2 – la paura di Legambiente, che ha chiesto ai comuni massima attenzione, è per quello che le ruspe potrebbero riportare a galla a Seveso e dintorni, nell’area contaminata dell’Icmesa nel 1976. Veleni che dormono nella pancia della terra. Pedemontana ha promesso che farà "come se la bonifica non ci fosse mai stata".

Rassicurazioni che non bastano sempre a ricucire vite già segnate da altri cantieri stradali, ci sono famiglie che non contano più le volte in cui hanno dovuto cedere terra che le compensazioni potrebbero non ristorare. A Vimercate, Cascina Baraggiola trema aspettando le otto corsie, tre per senso di marcia, più quelle di emergenza, che cancelleranno parte del Parco Agricolo Nord Est. «L’ultimo polmone verde in una provincia fra le più urbanizzate d’Italia", ricorda il primo cittadino Francesco Cereda.

A Lesmo il problema è stato affrontato con un accordo sulle opere accessorie e sulle barriere: più di 10 milioni per convivere con l’infrastruttura, un boccone amaro anche per i comitati che da anni si battono per cancellare l’opera e che sperano che, alla fine, a farlo sia la Banca Europea per gli investimenti, alla quale hanno fatto ricorso per tagliare i viveri al progetto. Forti anche i timori per l’agricoltura "con attività che potrebbero sparire, 4 delle 36 della ‘D breve’ forse non sopravviveranno, tra queste un maneggio con agriturismo a Burago", spiega Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra che ha presentato osservazioni alla Valutazione di impatto ambientale del percorso in itinere.

L’altro ieri, a Desio, l’adunata per l’ultima barricata, questa volta di un’associazione, il Quagliodromo di San Carlo, mille iscritti compresi quelli di Seregno e Cesano, con frequentatori in arrivo anche dal Milanese, 40 anni di storia "spazzati via". Anche lì è arrivata la lettera di confisca.