BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Pedemontana, la rabbia dei vicini: “Avremo i Tir in camera da letto, da paradiso a giungla d’asfalto”

La disperazione di 90 famiglie “affacciate“ sulle 8 corsie: "Vogliono cancellare le nostri radici"

Allungano le mani, chiudono gli occhi e l’incubo prende forma: otto corsie, quattro per senso di marcia, a 15 metri da casa, al posto di un enorme prato verde. "Adesso cantano gli uccellini, poi sentiremo i Tir. Ammesso che passino sul serio". Da un balcone di via Ungaretti, a Lesmo, la Pedemontana "è l’ultima ferita a un territorio che non può sopportare un colpo così grosso. Da paradiso a giungla d’asfalto, se il progetto andrà in porto davvero, e non c’è neanche un briciolo di retorica in queste parole".

Davanti al palazzo di Massimo Stucchi, storico attivista del Comitato contro l’opera, passerà l’autostrada che "si porterà via l’ultimo pezzo integro di Brianza". Qui, si sono dati appuntamento altri vicini per raccontare cosa si prova all’idea di dover convivere "con il mostro d’asfalto". "Ci ha tolto il sonno" e ha messo tante famiglie con le spalle al muro: andarsene "dopo una vita di sacrifici" o restare e "sopportare lo scempio?".

Un dilemma che ha spezzato i loro cuori in due. "Non è facile cancellare le proprie radici e noi non vogliamo farlo", spiega Patrizia Soleo. Lei e altri si sono sistemati nel campo tra la Provinciale e il condominio, allargano le braccia e in una dozzina non riescono a raggiungere il calibro della strada. "Servirà a collegare Vimercate a Desio in 20 minuti, ma quanti la useranno? Ci sono già altri esempi". Per questo quartiere e l’altro di via Monti-via Vico che vive la stessa situazione, l’accelerazione sull’iter per aprire il cantiere "è un’altra pugnalata".

“Il nostro futuro è entrato nelle sabbie mobili dell’incertezza nel 2008, quando il piano di costruirla si è fatto più concreto: 15 anni di tira e molla sulla nostra pelle. Come si fa a chiamare progresso una colata di cemento in tempi di disastri da cambiamento climatico che ti arriva quasi in camera da letto? Almeno, non ci prendano in giro". Nel rione, filari di case con il giardino curato e sacchi di sabbia davanti ai cancelli per evitare di finire a mollo con l’emergenza meteo che tiene banco, si respira una rabbia sorda. Qui, c’è gente abituata a fare il proprio dovere e a rispettare le regole. "Non ci faremo calare sulla testa una cosa del genere rimanendo a guardare. Finora, tranne il Comune, nessuno ci ha ascoltati. Ma non finisce qui".