Vimercate, corruzione in ospedale: condannati gli ex dirigenti Caltagirone e Galluzzo

Dovranno scontare entrambi 6 anni e 8 mesi. Nel mirino i servizi odontoiatrici privati nelle strutture pubbliche

Pietro Caltagirone ex direttore dell’azienda ospedaliera di Vimercate

Pietro Caltagirone ex direttore dell’azienda ospedaliera di Vimercate

Sei anni e otto mesi di reclusione per gli ex direttore generale e direttrice amministrativa dell’Azienda Ospedaliera di Vimercate Pietro Caltagirone e Isabella Galluzzo e tre anni all’allora responsabile unico del procedimento di gara di appalto Gennaro Rizzo. Questa la sentenza decisa dal Tribunale di Monza al processo bis per l’inchiesta "Smile" sulla corruzione per i service odontoiatrici privati nelle strutture sanitarie pubbliche, scoppiata nel 2016 con l’arresto della zarina delle dentiere, lady Sorriso Maria Paola Canegrati, insieme all’allora presidente della commissione sanità di Regione Lombardia Fabio Rizzi. La Canegrati, dopo la condanna in primo grado a 12 anni, ha patteggiato altri 3 anni per il secondo troncone dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta e truffa ai danni dello Stato. Ora Caltagirone e la Galluzzo dovevano rispondere di corruzione e turbativa d’asta, mentre Rizzo solo di turbativa d’asta. L’Asst di Vimercate e Regione Lombardia parti civili hanno ottenuto una provvisionale sul risarcimento dei danni rispettivamente di 30mila e 15mila euro. A scoperchiare il pentolone del malaffare è stata la commercialista Giovanna Ceribelli, dal 2014 membro del collegio sindacale della struttura brianzola, che con il suo esposto ha fatto partire l’inchiesta. La pm Manuela Massenz aveva chiesto rispettivamente 8 anni e 2 anni e mezzo di reclusione. "Gli imputati si giravano dall’altra parte quando di mezzo c’era la Canegrati, nei cui confronti vi era un totale asservimento", ha sostenuto Manuela Massenz, secondo cui Caltagirone e la Galluzzo per farlo hanno avuto il loro tornaconto. "Nel 2014 la Canegrati assume una ragazza siciliana segnalata da Caltagirone e un’altra è stata assunta per 2 anni senza fare neanche una giornata di lavoro e non spostandosi mai dalla Sicilia se non per andare a firmare il contratto - ha ricostruito la pm -. La Galluzzo lavora addirittura per la Canegrati, ha pure una scrivania alla Servicedent, per una consulenza da 114mila euro per 12 mesi, forse di più di quanto guadagnava a Vimercate e la Canegrati assume la nipote del compagno della Galluzzi e il di lei marito. Entrambi sostengono che della gara di appalto incriminata non sapevano nulla e che si sono completamente disinteressati perché non era loro compito in quanto vertici dell’azienda ospedaliera, ma sulla vicenda era stato invece presentato anche un ricorso al Tar". Per la difesa degli imputati, che invece si dichiarano innocenti, "non si discute sulla gravità della posizione della Canegrati, imprenditrice avida e senza scrupoli, ma il poi non deve influenzare il prima. Caltagirone e la Galluzzo appena nominati non potevano sospettare a prescindere della gestione a loro precedente e i cui frutti avvelenati vengono ereditati".