STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Giovane operaio morto dopo un volo di 40 metri a Biassono: tre imputati alla sbarra

Il 10 marzo 2022 la vittima, di 33 anni, era stato colpito da un palo mentre si trovava sul carrello della gru che lo stava sollevando ed era precipitato al suolo

L'incidente mortale avvenuto a Biassono

L'incidente mortale avvenuto a Biassono

Biassono (Monza Brianza) – “La volta precedente, nel momento del sollevamento, il palo si era rovesciato quindi quella volta è stato imbragato con delle fasce. Erano scolorite, pelose. Frederico, quando le ha viste, ha detto che non gli piacevano per niente. Il palo è stato imbragato e sollevato dalla gru, poi è accaduta la tragedia”. Frederico Neves Bastos, 33 anni, operaio di origini brasiliane residente a Casazza, nella Bergamasca e addetto di una società del Milanese che si occupa di infrastrutture per le telecomunicazioni, è la vittima dell'infortunio mortale sul lavoro accaduto il 10 marzo del 2022 a Biassono.

Il giovane era sul cestello della gru per raggiungere il traliccio con le antenne ed effettuare una sostituzione. Ma ha fatto un volo di 40 metri che non gli ha lasciato scampo. Ora alla sbarra per omicidio colposo in un processo al Tribunale di Monza ci sono il titolare dell'azienda che aveva preso in appalto da Vodafone alcuni interventi di sostituzione di antenne di telefonia mobile su un traliccio situato in via Delle Industrie a ridosso di un silos di un'azienda brianzola, il responsabile della società che ha fornito la gru e quello della ditta in subappalto che si occupava dello smontaggio e rimontaggio dei pali a terra prima di sollevarli.

È quest'ultimo, ora pensionato, ad avere testimoniato in aula ricostruendo la dinamica del fatto, in cui era stato coinvolto anche un altro operaio, un ragazzo italiano di 26 anni, che era rimasto solo lievemente ferito. Durante le operazioni il palo delle antenne si era staccato dall'imbragatura e aveva travolto Frederico, andando poi a finire contro la pensilina di una copertura del capannone industriale. Al processo si sono costituiti parti civili i familiari della vittima, i cui difensori hanno chiamato a testimoniare in aula l'ingegnere responsabile e direttore dei lavori per Vodafone.

“Il lavoro consisteva nella rimozione di un palo per issare un altro palo – ha detto la testimone –. Come imbragare non rientra nelle mie mansioni di coordinatore della sicurezza. Le fasce devono essere controllate prima dell'utilizzo da parte di chi le deve utilizzare. Era il gruista il responsabile”. I consulenti tecnici della difesa hanno puntato il dito contro le fasce, a cui andrebbero preferite "delle catene" o aggiunta "una guaina protettiva di gomma per gli spigoli soprattutto in caso di sollevamento" e anche contro gli stessi pali "che hanno gli spigoli che non vengono sagomati per risparmiare ma risultano taglienti". Si torna in aula a fine febbraio.