Omicidio a Monza, la testimone: "Uno lo teneva fermo e l’altro lo accoltellava"

Le parole della vicina che ha assistito al delitto di Cristian Sebastiano. Il pusher fu ucciso a San Rocco da due ragazzini, a processo il presunto mandante

I due ragazzini di 14 e 15 anni autori del brutale omicidio di Cristian Sebastiano

I due ragazzini di 14 e 15 anni autori del brutale omicidio di Cristian Sebastiano

Monza -  «Ho sentito urlare e chiedere aiuto e mi sono affacciata alla finestra. C’erano Cristian e due ragazzi, l’ho capito da come erano vestiti, uno lo teneva fermo e l’altro di fronte lo colpiva con un coltello. Per un mese non ho dormito per cIò che ho visto". Una tunisina 35enne che abita nelle case popolari di via Fiume 14 ha visto uccidere Cristian Sebastiano, il 42enne colpito da una trentina di coltellate il 29 novembre 2020 da un 14enne e un 15enne anche loro del quartiere San Rocco, che gli hanno rapinato una dose di cocaina. La testimone dell’assassinio è stata la prima ad essere sentita ieri al processo davanti alla Corte di Assise che vede alla sbarra Giovanni Gambino, 43enne monzese, dallo scorso aprile in carcere perché per gli inquirenti ha istigato all’omicidio i due minorenni, che hanno confessato e sono già stati condannati a 14 anni di reclusione e ora attendono il processo di appello.

"Ho urlato ai ragazzi di smetterla, di lasciare Cristian, che conoscevo perché lo vedevo sempre ai giardinetti con i figli dei nostri vicini Gambino – ha raccontato la donna, madre di tre bimbi piccoli –. Ho gridato aiuto ma nessuno si è affacciato. Poi i ragazzi l’hanno trascinato sotto il portico così io non potevo vederli, allora sono andata sul balcone dalla parte opposta, sentivo ancora urlare ma vedevo solo la suola delle scarpe. Allora ho chiamato il 118 e sono rimasta al telefono finché non ho visto i due ragazzi correre verso l’altro palazzo e sono scesa". La 35enne si è ritrovata davanti agli occhi una scena agghiacciante. «Cristian non si muoveva più, era in una pozza di sangue, ho aspettato i soccorsi insieme ad un corriere che nel frattempo era arrivato per una consegna e ho scattato delle foto che poi ho inviato ai carabinieri per risalire all’orario del fatto".

Il 42enne giaceva a terra a pancia in giù, con la testa girata da un lato e molto sangue che usciva sotto il volto a causa di una delle lesioni ritenute mortali, quella al collo, insieme ai fendenti all’addome e al torace. Soltanto quando è arrivata l’ambulanza gli altri inquilini hanno iniziato ad affacciarsi o scendere nel cortile.

"Quando ho visto i Gambino alla finestra, visto che frequentavano Cristian ho pensato che fossero amici o parenti e allora ho detto loro di andare ad avvisare i genitori di Cristian. Sono arrivati tanti curiosi, tutti hanno riconosciuto Cristian e qualcuno è andato ad avvertire padre e madre. Dei Gambino la gente del quartiere dice che rubano e che fanno uso di droga e che anche Cristian era tossicodipendente e spacciava". Dell’arresto dei due baby killer la 35enne ha saputo da una vicina di casa. "Mi ha mostrato le loro foto dei profili Instagram dicendo che erano i ragazzi che erano stati arrestati e che gli amici dei suoi figli dicevano che era stato Gambino a mandare i ragazzi ad uccidere Cristian".