
Risale al 2017 l’operazione di polizia postale che aveva denunciato 46 persone
Si apre al Tribunale di Monza il processo nei confronti dell’ennesima banda delle truffe sulle riviste delle forze dell’ordine, che stavolta aveva la sede in un call center in viale Campania a Monza. Ma per la metà degli imputati i reati sono già caduti in prescrizione. Risale al 2017 l’operazione del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Sardegna“ che aveva denunciato 46 persone accusate di contattare i clienti (circa 8mila) e dietro la minaccia di attivare delle procedure amministrative e penali per il recupero di crediti, ottenevano denaro, almeno 3 milioni di euro, che veniva poi riciclato.
L’indagine parte da una querela presentata nel 2016 da un prete residente in un piccolo centro del Cagliaritano che aveva aderito ad alcune proposte telefoniche di abbonamento a riviste delle forze di polizia. A distanza di alcuni mesi, sarebbero cominciate però una serie di telefonate di sedicenti funzionari dei Tribunali di Cagliari, Milano e Roma e di presunti avvocati che minacciavano pignoramenti o procedimenti di natura penale in caso di mancato pagamento di denaro per rimborsi e contenziosi, rivelatisi poi del tutto inesistenti. L’intervento degli agenti ha evitato che il sacerdote potesse subire ulteriori danni avendo già pagato quasi tremila euro.
Sono stati poi individuati diversi gruppi che, gestendo call center clandestini nel Monzese, avevano il compito di contattare possibili vittime scelte, principalmente, tra i clienti delle riviste ai quali, sotto la minaccia di pignoramenti e procedimenti penali, estorcevano importanti somme. Uno dei malcapitati era arrivato a pagare addirittura 130mila euro; a una novantenne erano stati portati via 30mila euro, mentre un commerciante ne aveva pagati circa 80mila.
Attraverso bonifici disposti dalle vittime, poi, le somme confluivano su conti bancari e postali intestati a società fittizie di recupero crediti (da qui il nome dell’operazione “Rec Credit“, società che fa capo a uno degli imputati) per poi essere distratte su altri conti (intestati a prestanome) e prelevate in sportelli bancomat. Da Cagliari l’inchiesta è stata divisa in diversi tronconi per competenza e al Tribunale di Monza è arrivato quello per associazione a delinquere finalizzato alla truffa relativo a Monza.
"Il call center era in un appartamento di un condominio, diviso in diverse postazioni dove operavano i telefonisti - ha spiegato ieri in aula un ispettore della polizia postale di Cagliari - Dalle sim dei telefoni cellulari siamo risaliti alle persone che venivano chiamate". Alla sbarra 22 imputati a vario titolo, ma per 11 è già arrivato il colpo di spugna.