Monica Guzzi
Cronaca

In viaggio sulla Milano-Meda: una via Crucis fra code e pericoli

Senza luce e corsia di emergenza, e le sterpaglie invadono l’asfalto

In colonna sulla Milano-Meda

In colonna sulla Milano-Meda

Meda (Monza e Brianza), 22 luglio 2015 - Erbacce ovunque, alberi che spuntano nel bel mezzo della carreggiata, sacchi della spazzatura ai lati, lampioni rotti. E poi le code, mattino e sera, sul nastro d’asfalto più congestionato della Brianza e nelle strade attorno.

È la Milano-Meda, alle 8 del mattino in una giornata qualsiasi di traffico. Le scuole sono chiuse ma qui non conta: a un certo punto ci si ferma sotto il sole e non resta che aspettare.

"Questa non è più una strada", dice Umberto Regalia percorrendo la strada che in autunno, con l’apertura dell’innesto della tratta B1 della Pedemontana (da Lomazzo a Lentate sul Seveso) verrà invasa dal traffico dell’autostrada. Esperto di infrastrutture, già direttore generale di Pedemontana, Regalia questa strada la conosce bene. Chilometro dopo chilometro.

"Qui manca la banchina - spiega mentre guida lungo quella che è diventata una via Crucis per migliaia di pendolari brianzoli -. Oltre la riga bianca della corsia ci sono 70 centimetri, al massimo un metro, tutto invaso dalle erbacce, il resto è un buco. Se ti capita un incidente non sai nemmeno dove fermarti, lo stesso se buchi: dove accosti? Eppure ci sarebbe lo spazio per ricavare una corsia di emergenza o per una corsia di marcia dinamica, da utilizare nei momenti di traffico più intenso".

Se chi si ferma a destra delle due corsie per senso di marcia è perduto, non va meglio a chi esce: gli svincoli sono vecchi e a picco. Per non parlare della corsia di sorpasso, perché fra il guard rail centrale e la strada la natura ha preso il sopravvento e in mezzo all’asfalto si stanno facendo largo diversi alberelli, pini e acacie che spuntano nel centro della carreggiata. Chi se ne accorge all’ultimo momento rischia sterzate improvvise e incidenti, e per chi viaggia in moto può andare anche peggio. Una strada vecchia e dimenticata, con corsie da 3 metri e mezzo al posto di 3.75, ponti che hanno 40 anni, bassi e arrugginiti. E se poi si viaggia la sera, bisogna fare i conti anche con l’illuminazione intermittente.

Un degrado lungo 9,5 chilometri, tanto quando misura il tratto che da Lentate sul Seveso porta a Varedo.

"Siamo in queste condizioni da almeno cinque anni, da quando su questa porzione di strada doveva subentrare Pedemontana. La situazione di grande degrado corrisponde ai ritardi nei lavori", denuncia il presidente della Provincia, Gigi Ponti, che, stanco di mettere mano al portafogli (l’ultimo assegno, il mese scorso, è stato di 25mila euro) e di lanciare appelli ai sindaci perché si metta mano almeno ai più semplici lavori di manutenzione per scongiurare pericoli a chi viaggia, nei giorni scorsi ha inviato una lettera al governatore Maroni e all’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte per chiedere un incontro nel quale venga definita una volta per tutte di chi è la strada di nessuno. Qui infatti si incorociano tre competenze diverse, con la Provincia-Città metropolitana di Milano per il tratto Cormano-Varedo, quella di Monza e Brianza per il tragitto da Varedo a Meda, e la Serravalle Spa per Meda-Lentate.

"In questo momento - spiega Ponti - formalmente la gestione spetta a Milano, mentre la proprietà è nostra e giustamente loro vogliono cedere". Il passaggio di consegne però non è mai stato perfezionato, anche perché sulla Milano-Meda incombe l’arrivo di autostrada Pedemontana. Di qui la richiesta alla Regione di farsi carico del problema.

Un problema che rischia di far precipitare la situazione in autunno, quando la nuova autostrada entrerà nella vecchia con tutto il suo carico di traffico.

Una minaccia che inizia a prendere forma in questi giorni a Barlassina, dove comincia la segnaletica di chiusura: è una tranquilla mattina di martedì, scuole chiuse, nessun esodo, eppure si marcia in coda. A passo di lumaca verso Lentate sud, dove la strada resterà chiusa fino al 6 settembre per i lavori di Pedemontana. Stessa scena la sera, tutti in coda, sulla Milano-Meda e soprattutto fuori, con Lentate paralizzata dal traffico. Il tracciato è stato definito 15 anni fa, mentre sono passati 5 anni da quando sono cominciati i lavori. "Avrebbero già dovuto essere terminati", spiegano Ponti e Regalia. In realtà i conti con il cantiere si cominciano a fare solo ora.