
di Gabriele Bassani
Partiti i lavori di riqualificazione per trasformare la sede del vecchio Mercatone Uno nella nuova sede di MaxFactory, che assorbirà anche 29 lavoratori che furono lasciati a piedi dal fallimento della catena di arredamento che portò alle chiusure in tutta Italia. A Cesano Maderno, in via don Luigi Viganò 93 aprirà il 24esimo punto vendita di MaxFactory che propne abbigliamento, articoli per la casa, decorazione, bricolage, giocattoli e articoli per animali. L’apertura in programma a Cesano Maderno per il mese di marzo si inserisce in un calendario avviato lo scorso dicembre con l’inaugurazione del punto vendita di Rubiera (RE) in Emilia-Romagna.
Entro fine anno i negozi saranno in totale 27, il Gruppo prevede di arrivare ad un totale di 48 entro il 2025. "L’apertura di MaxFactory a Cesano Maderno rappresenta per il nostro Gruppo un fiore all’occhiello - commenta Stefano Giorgetti, direttore Generale dell’Azienda - siamo orgogliosi di contribuire al rilancio economico ed occupazionale della zona. Siamo assolutamente convinti delle potenzialità di questa area per il mercato locale e regionale e per la sua posizione strategica".
Soddisfatto il sindaco Maurilio Longhin che sottolinea: "Si risolve una vicenda occupazionale che per molti mesi ha causato incertezza e preoccupazione. E’ una bella notizia la nascita di questa nuova realtà economica e il rientro al lavoro del personale, in tutto 29 persone. L’Amministrazione comunale ha seguito tutti gli sviluppi svolgendo un ruolo strategico nel semplificare il percorso tecnico burocratico necessario per la nuova apertura, forte anche delle due esperienze precedenti in situazioni di crisi occupazionale, quelle di Sigma e del Gigante, entrambe concluse in modo positivo con la riassunzione di tutti i lavoratori".
La vicenda di Mercatone Uno, scoppiò in tutta la sua gravità nella notte tra il 22 e il 23 maggio del 2019, quando i lavoratori vennero di fatto licenziati con un messaggino whatsapp inviato nella notte, dopo che nelle ore precedenti il Tribunale di Milano aveva dichiarato il falimento della Sharnon Holding, società a cui fu affidato il patrimonio di Mercatone Uno dai curatori nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Una vera e propria doccia fredda per oltre 1800 lavoratori in tutta la Penisola.