GABRIELE BASSANI
Cronaca

Mauro Preti, l’uomo che fa rivivere le moto. Anche quelle di cento anni fa

Nella sua cantina l’imprenditore di Solaro in pensione restaura e rimette a nuovo due ruote

Mauro Preti con i suoi bolidi

Solaro (Monza e Brianza) - Cent’anni fa le moto avevano una staffa di legno per frenare la ruota, una lampada a gas nel fanale e levette piccolissime al manubrio per gestire l’anticipo, dosare l’olio e la frizione. Guidarle oggi non è cosa da tutti. Ma Mauro Preti, dopo avere rimesso a nuovo una Terrot 175 cc del 1924, lo sa fare e lo ha fatto, anche se adesso preferisce muoversi con modelli di soli 60 o 70 anni fa. Nella sua cantina di casa al Villaggio Brollo di Solaro ne ha una cinquantina tra cui scegliere, tutti riportate all’antico splendore nell’arco di più di trent’anni, animato da una passione unica testimoniata dal suo benvenuto in officina: "Eccoci nella stanza dei giocattoli". Già titolare di un’azienda di impianti di aerazione, da poco in pensione, Mauro Preti ha cominciato a smontare e rimontare moto solo dopo i 40 anni. 

Non lo aveva mai fatto prima. "Avevo recuperato un vecchio Fantic Moto Caballero da cross che volevo sistemare per far girare mio figlio, allora adolescente e così ho iniziato insieme a lui a prendere confidenza con carburatori, testate e pistoni". Da quel momento, dopo avere smontato e rimontato da zero la prima moto, non si è più fermato. In trent’anni ha acquistato, ripulito, smontato, cromato, riverniciato, riparato e messo a punto oltre 50 esemplari, diventati protagonisti di mostre ed esposizioni. La Terrot del ‘24, a dispetto dei suoi quasi cent’anni, qui sembra nuova. Il motore funziona, la moto si accende ma andarci in giro oggi è davvero complicato.

Nella collezione ci sono tante Moto Guzzi, che hanno fatto la storia, partendo dal cosiddetto “Guzzino”, 65 cc, prodotto subito dopo la guerra, nel 1946, fino ad alcune chicche come l’Iso scooter, elengantissimo, fabbricato a Bresso nel 1950, accanto alla mitica Lambretta, sua coetanea, che nasceva a Lambrate e prese il nome dal fiume che scendendo da Monza lambiva lo stabilimento, passando quindi per il Motom, costruito a Bollate: un bel pezzo di storia delle due ruote a motore creato nell’immediato Dopoguerra in un raggio di pochi chilometri.

Mauro Preti ha anche una passione speciale per le moto inglesi, come l’Ariel in dotazione alla polizia municipale anglosassone o la Velocette del 1962. "Non riuscivano a fare le fusioni di pezzi unici per il motore, sono tutte parti distinte unite con le guarnizioni e la goccia d’olio a terra è immancabile" rivela. "Da quando ho smontato e rimontato la prima moto, non mi sono mai fermato. Adesso che sono in pensione, qui trascorro diverse giornate, senza guardare il tempo" racconta. Le moto non solo sono perfettamente funzionanti, ma sono anche assicurate e revisionate e possono tranquillamente andare per strada. "Con questa Ariel del 1930 qualche anno fa sono andato fino a Digione per un raduno" racconta mostrando il bolide nero, 600 cc, cambio con levetta verticale, manetta per l’anticipo. "Ma una volta messa la terza puoi andare avanti senza cambiare più".