ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Il patto trasversale. Ragazzi e sindaci allo stesso tavolo. Garantisce Delpini

Per la prima volta tutti insieme per ridare slancio alla partecipazione e affrontare l’urgenza del disagio delle nuove generazioni. Tante le iniziative portate avanti dalle diverse amministrazioni.

Per la prima volta tutti insieme per ridare slancio alla partecipazione e affrontare l’urgenza del disagio delle nuove generazioni. Tante le iniziative portate avanti dalle diverse amministrazioni.

Per la prima volta tutti insieme per ridare slancio alla partecipazione e affrontare l’urgenza del disagio delle nuove generazioni. Tante le iniziative portate avanti dalle diverse amministrazioni.

Una risposta concreta ai bisogni dei giovani. Un confronto tra pari senza formalismi. E, soprattutto, la volontà comune, da parte di amministrazioni locali, Chiesa e ragazzi, di costruire ponti duraturi per ridare slancio alla partecipazione giovanile nella vita pubblica. È questo lo spirito che ha animato l’incontro tenutosi ieri nella sede della Provincia di Monza e Brianza, dove, per la prima volta, si sono seduti attorno allo stesso tavolo sindaci e giovani tra i 19 e i 35 anni, in dialogo diretto con l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.

Il percorso, iniziato sette anni fa su impulso dello stesso Delpini, ha visto una svolta decisiva: oltre alla condivisione tra amministratori della zona pastorale V della diocesi di Milano (che include Monza e Brianza e dintorni), il processo ha coinvolto direttamente i giovani. Il risultato? Un patto trasversale, senza steccati politici, in nome dell’obiettivo comune di offrire ai ragazzi spazi, strumenti e opportunità per essere protagonisti del proprio territorio. Tre le richieste principali avanzate dalle nuove generazioni: ascolto autentico, investimenti nei luoghi di aggregazione, e una rete tra enti pubblici e realtà sociali che superi i confini comunali. A fare da padrone di casa, Luca Santambrogio, sindaco di Meda e presidente della Provincia, che ha rilanciato l’importanza della collaborazione tra istituzioni, oratori e associazioni per implementare le politiche giovanili. Un esempio concreto arriva proprio da Meda, dove il Progetto Giovani ha portato alla nascita della Consulta Meda Giovani e a spazi dedicati come lo Spazio Games Time alla Medateca. Il confronto tra sindaci è durato per circa un anno. Tre tavoli tematici hanno permesso di far emergere priorità condivise e stimoli raccolti dai ragazzi.

"Dai giovani emergono temi forti: mobilità sostenibile, cultura diffusa, cittadinanza digitale, transizione ecologica – sottolinea Sara Dossola, sindaca di Lesmo, tra i portavoce del percorso –. Sono processi di cambiamento che vogliono guidare in prima persona". A fianco alle istanze, anche idee concrete. "Pensiamo a una fiera del volontariato giovanile annuale – propone l’altra portavoce Vanessa Gallo, sindaca di Albiate – da organizzare in spazi pubblici come palestre, piazze, auditorium, dove giovani e associazioni possano incontrarsi e co-progettare attività e laboratori pratici".

Monsignor Delpini, nel suo intervento ha spronato a trovare soluzioni concrete. "Dobbiamo pensare a tutti i giovani, non solo studenti o italiani, ma anche lavoratori, stranieri, chi è ai margini, come chi non studia e non lavora – sottolinea l’arcivescovo – Serve concretezza".

Da qui l’invito ad avere delegati alle politiche giovanili con reali poteri di intervento. Quasi come controcanto, il sindaco di Caponago, Mauro Pollastri, ha ricordato l’importanza di oratori sempre aperti, forse in riferimento a come erano un tempo. Il terzo portavoce, il sindaco di Monza Paolo Pilotto, si è richiamato allo spirito collaborativo che sempre contraddistingue i rapporti tra Comune e oratori, tale "da non poter pensare all’amministrazione pubblica come alternativa alla parrocchia, ma in continuità". Da insegnante, ha posto l’attenzione sulla centralità delle scuole, ma anche di quei doposcuola - "nati dall’esperienza ecclesiale" - che spesso intercettano i bisogni dei ragazzi a cui serve un sostegno ulteriore. È proprio il pensiero ai ragazzi che vivono un disagio ciò su cui si sofferma. "Non bastano interventi repressivi sui giovani – afferma –, bisogna cercare di intercettarli senza essere moralisti. Noi abbiamo attive unità di strada composte da varie figure professionali con questo scopo".

"Su questi temi ci siamo confrontati in maniera costruttiva tra amministratori locali, pur di appartenenze politiche diverse – conclude – operazione che riesce molto più difficile nei Consigli comunali, dove si rimane intrappolati in vecchi cliché che non aiutano ad affrontare temi delicati come la devianza giovanile nel segno giusto".